Di Maio e Guerini riferiranno in Parlamento. Meloni: "Scene che lasciano senza fiato"

Le senatrici della Lega lanciano un appello: "Difendiamo le donne afghane"

Di Maio e Guerini riferiranno in Parlamento. Meloni: "Scene che lasciano senza fiato"

Martedì 24 agosto i ministri Luigi Di Maio e Lorenzo Guerini verranno sentiti nelle Commissioni congiunte (Camera e Senato) di Esteri e Difesa. La situazione in Afghanistan è in continua evoluzione; tuttavia diventa sempre più urgente capire la portata degli allarmi lanciati da chi in un Paese stravolto dall'avanzata delle milizie talebane si sente minacciato in tutti i più elementari e universali diritti. Ieri il responsabile della Farnesina ha sentito il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Argomento della telefonata i corridoi umanitari e l'evacuazione dei civili occidentali.

Il responsabile della Difesa tenta toni rassicuranti. «Nonostante il rapido deterioramento delle condizioni di sicurezza - spiega Guerini -, sono pienamente in corso le attività per il trasporto umanitario del personale afghano che ha collaborato con l'Italia. Stiamo seguendo con grande attenzione e apprensione la situazione in Afghanistan». Il ministro è stato raggiunto al telefono anche da Draghi per avere chiarimenti sulla situazione e sulla sicurezza della nostra ambasciata a Kabul. Alcuni gruppi parlamentari chiedono che i ministri riferiscano direttamente in Aula. E mentre la palla rimbalza sulla scrivania dei presidenti Casellati e Fico, in molti ironizzano sulla vacanza marina di Di Maio. A iniziare da Italia viva. «Venga subito a riferire in Parlamento» tuona su Twitter la presidente dei deputati Maria Elena Boschi, capofila di una lunga schiera di parlamentari che non hanno visto di buon occhio la presenza del ministro grillino sulla spiaggia pugliese di Porto Cesareo nella domenica di ferragosto mentre nella capitale afghana i nostri connazionali vivevano momenti di autentico terrore.

La conquista del potere da parte delle milizie talebane alza il livello di allarme in generale sullo scacchiere internazionale e sulla difesa dei valori occidentali. Ed è questo il denominatore comune della gran parte di posizioni espresse dai protagonisti della nostra politica. La priorità, per il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani, è impedire che i talebani applichino la Sharìa. «Bisogna impedire - spiega l'eurodeputato - che ci sia un'azione punitiva nei confronti di coloro che non si erano piegati alla volontà dei talebani. Bisogna evitare che nasca un nuovo Stato fondamentalista come quello che aveva preso spazio in Siria». Giorgia Meloni cita le drammatiche immagini dell'aeroporto. «Scene - scrive su Twitter - che lasciano senza fiato, dalle quali trapela tutta la disperazione di un popolo abbandonato al proprio destino». E attacca l'America di Biden, colpevole di aver trasformato «il disimpegno dall'Afghanistan in una fuga disordinata delle truppe americane». In poco più di venti giorni, commenta amara la senatrice azzurra Licia Ronzulli, il tempo in Afghanistan «è tornato indietro di vent'anni». Sono in molti, poi, come l'eurodeputata Luisa Regimenti a chiedere l'intervento diretto della Ue: «se non si uniscono le forze per salvare i feriti e i malati, nessuno può essere in grado da solo di affrontare questa grave crisi». Anche la Lega si affaccia sul problema con variegata sensibilità. Da un lato c'è il leader Matteo Salvini che parla di «vigliaccheria dell'Occidente» e di una guerra senza quartiere contro i terroristi islamici» come unica soluzione.

Dall'altro ci sono le senatrici del Carroccio che si appellano alla comunità internazionale. «Non siano lasciate sole donne e bambine», dicono le parlamentari leghiste, dal omento che rischiano di divenire bottino di guerra per i talebani.

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