Di Maio fa terrorismo su ristori e fondi

Luigino minaccia sul Recovery». Dibba ingoia i "responsabili"

Di Maio fa terrorismo su ristori e fondi

Vale tutto in questa crisi dove il M5s interpreta il ruolo del «partito della responsabilità», copyright Luigi Di Maio. E proprio Di Maio, a Otto e Mezzo su La7, aggiunge un'altra freccia all'arco dei responsabili, in vista del voto di martedì a Palazzo Madama, che sarà decisivo per l'esito della crisi innescata da Matteo Renzi. «Se martedì dovesse andar male e non dovessimo ottenere la fiducia al Senato, non solo si perde il controllo della situazione politica e si va al voto - spiega Di Maio - ma non riusciamo a fare i ristori che servono e perdiamo parte dei progetti del Recovery Plan», agita il terrore il ministro degli Esteri nello studio di Lilli Gruber. L'ex capo politico grillino ribadisce la linea del «Conte o morte» e chiude a nuovi governi con Renzi. «Per questo io credo che per quanto riguarda i rapporti futuri di questo governo con Renzi, sia difficile fare affidamento alla sua parola», taglia corto. Infine il retroscena sulla presunta presenza di responsabili anche tra le fila di Italia Viva. Spaccare i renziani è una delle tattiche di Conte per tentare di andare avanti. E Di Maio conferma: «Io credo che ci siano dei costruttori anche tra i parlamentari di Iv».

Una difesa a oltranza di Conte testimoniata dalla gaffe dello staff del premier nella giornata di giovedì. Quando sul profilo Facebook ufficiale di Conte è apparsa una storia dove si invitavano i sostenitori del premier ad iscriversi alla pagina «Conte-premier - Renzi a casa». Pagina amministrata a sua volta dalla pagina Infopolitica, adesso oscurata ma attiva nella propaganda filo-M5s. Per Dario Adamo, social media manager di Palazzo Chigi, si è trattato di una specie di hackeraggio. Ma Facebook a La Stampa smentisce irruzioni esterne. Il sospetto è che la stessa persona gestisca il profilo di Conte e la pagina «Renzi a casa».

Intanto perfino Alessandro Di Battista è disposto a ingoiare i responsabili pur di salvare Conte. Lo dice in un'intervista a Tpi. «Questa crisi è l'occasione per annientare definitivamente il leader di Italia Viva», spiega Dibba. E ancora: «Sono pronto a entrare nel governo se serve, andiamo avanti con Conte sostenuto dai responsabili».

Dopo queste parole si sentono ancora più soli i 13 parlamentari M5s che chiedono di formalizzare il No al Mes «sanitario» in un ipotetico contratto di legislatura come condizione per sostenere il prossimo governo. Grasso che cola, nonostante ci siano anche 5 senatori tra i firmatari del documento. Per Di Battista la priorità è liberarsi di Renzi, i ribelli se ne facciano una ragione.

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