Di Maio rivela: "Ecco perché chiamerei Berlusconi..."

Il ministro degli Esteri riconosce il "vero senso di genuinità" con cui il Cav vuole andare al Quirinale, ma lo avverte: "Stai attento a Salvini e Meloni"

Di Maio rivela: "Ecco perché chiamerei Berlusconi..."

La possibilità di vedere Silvio Berlusconi come prossimo presidente della Repubblica è concreta o rappresenta soltanto un miraggio? Sarà il tempo a fornirci una risposta chiara, ma intanto sono già iniziate le prime ipotesi e il vaglio degli scenari sulla partita relativa al Quirinale. L'opzione del Cav come successore di Sergio Mattarella piace molto al centrodestra e ai centristi. Nei confronti di questa possibilità si registra anche l'intervento di Luigi Di Maio.

"Ecco cosa direi a Berlusconi"

Va riconosciuto che il ministro degli Esteri ha ormai abbandonato la strada delle urla che hanno caratterizzato le campagne elettorali del Movimento 5 Stelle: ora ha indossato gli abiti istituzionali ed è riuscito a costruire la propria figura nel palazzo. Sarà per questo motivo che preferisce non sbilanciarsi in maniera tranchant. Effettivamente ci si aspetterebbero toni denigratori e di barricata da parte dei grillini verso l'ipotesi di Berlusconi al Quirinale, ma così - almeno per il momento - non è.

Intervistato da Agorà su Rai 3, Di Maio ha ricordato di non aver mai contattato telefonicamente il leader di Forza Italia. "Forse sono l'unico", ha ironizzato. Ma ha fatto sapere che in questo momento lo farebbe: "Oggi vorrei chiamarlo per dirgli 'stai attento ai tuoi compagni di percorso, a Salvini e Meloni'". Comunque il titolare della Farnesina ha riconosciuto il "vero senso di genuinità" con cui Berlusconi vorrebbe candidarsi per la corsa al Colle.

L'avvertimento al Cav

Già ieri Di Maio si era espresso in merito, sottolineando che nella dinamica politica chi candida qualcuno al Quirinale "in realtà lo sta ammazzando". E quindi aveva espresso (forse ironicamente, forse no) la volontà di chiamare il Cav perché l'atteggiamento di Matteo Salvini e di Giorgia Meloni gli ricorda la tela di Penelope: "La mattina dicono a Berlusconi che lo vogliono eleggere al Quirinale e la sera tramano per affossarlo".

Il ministro degli Esteri teme che qualcuno, in ottica Colle, "sta lavorando anche per creare una crisi politica". Ovvero per portare il Paese a elezioni nazionali anticipate. Ma a suo giudizio, soprattutto in questo momento, è necessario promuovere "una guida solida del Paese" perché il mandato è di sette anni e non esiste un termine inferiore. Dunque ha invitato tutti i partiti a "fermare questo gioco a bruciare il migliore", citando "l'antipasto" avvenuto con il ddl Zan.

La partita del Quirinale

Ovviamente per l'elezione del prossimo presidente della Repubblica saranno fondamentali i numeri. I grandi elettori determineranno chi sarà il successore di Sergio Mattarella, che in più occasioni ha lasciato intendere di non voler fare un bis. La partita è tanto complicata quanto decisiva, visto che da essa dipenderanno risvolti politici di non poco conto.

Non a caso il centrosinistra è terrorizzato: Enrico Letta e Giuseppe Conte temono che i franchi tiratori possano voltare le spalle nell'urna segreta. Il pallottoliere è impazzito. E magari quella di Berlusconi sarà una carta spendibile dalla quarta votazione.

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