"Così escono a pezzi". I numeri sul Quirinale terrorizzano Conte e Letta

I leader del centrosinistra temono lo scrutinio segreto: l'elezione del successore di Mattarella è un incubo. Lo spettro dei franchi tiratori: Pd e M5S rischiano una debacle

"Così escono a pezzi". I numeri sul Quirinale terrorizzano Conte e Letta

L'affossamento del ddl Zan non ha rappresentato solo il fallimento della linea dura e pura della sinistra. In molti ritengono che in Senato mercoledì siano andate in scena le prime prove in vista della partita per il Quirinale. Sarà davvero così? Sta di fatto che a Palazzo Madama è nata una nuova maggioranza. Composta da Forza Italia, Fratelli d'Italia, Lega e qualche senatore di centrosinistra che si è rifugiato nel voto segreto per discostarsi dalla linea del proprio partito. Certo, esprimersi in incognito non è una pratica frequente e a cadenza periodica. Ma nella partita delle partite, ovvero quella del Colle, l'elezione è rigorosamente a voto segreto.

I timori di Letta e Conte

L'elezione del prossimo presidente della Repubblica è motivo di grande preoccupazione nel centrosinistra, soprattutto sponda Partito democratico e Movimento 5 Stelle. Sia Enrico Letta sia Giuseppe Conte temono di uscire con le ossa rotta, ma comunque proveranno a fare fronte comune con tutte le difficoltà del caso: presentarsi sfaldati e divisi sarà un'occasione ghiotta per il centrodestra per dominare e portare a casa il trofeo per l'elezione del successore di Sergio Mattarella.

È proprio questo lo scenario che inquieta i leader di Pd e M5S. Che sono stati già avvisati da Pier Luigi Bersani: "Sul ddl Zan al Senato un colpo molto grave ai diritti e temo una prova generale per il quarto scrutinio per il Quirinale". Le ansie sono diffuse: come ricorda il Corriere della Sera, è davvero concreto il pericolo che i grandi elettori si smarchino dalle indicazioni dei gruppi. Si riscopre così il lavoro sotterraneo svolto dai franchi tiratori, che nel segreto dell'urna si rivelano essere "traditori" del proprio partito.

I numeri per il Quirinale

Lo smottamento di voti che si è palesato al Senato è impressionante: appare evidente come alcune aree siano del tutto fuori controllo. Con il voto segreto è impossibile decretare chi nel centrosinistra abbia voltato le spalle, ma i sospetti sono puntati anche su alcuni del Pd e del M5S. Il pallottoliere è letteralmente impazzito, anche perché dall'inizio della legislatura nel 2018 a oggi non sono stato affatto pochi i cambi di casacca.

Dunque a breve sarà il momento di tornare a fare i conti, in maniera oculata e dettagliata per evitare debacle. C'è chi ha già iniziato a formulare i primi scenari. Al centrodestra mancherebbero 10 o 15 voti se facesse sponda con Italia Viva. Le fonti di preferenze non mancano, soprattutto nel gruppo Misto. Ma a tornare realmente protagonista sarà il centro che, secondo Clemente Mastella, "farà la differenza". Una teoria che trova la convinzione anche in Marco Marin, capogruppo di Coraggio Italia, secondo cui "si giocherà per una manciata di voti e i 100 del centro saranno decisivi".

Un ruolo fondamentale lo interpreterà sicuramente Matteo Renzi, che con i suoi 43 parlamentari può davvero cambiare gli equilibri della partita per il Quirinale.

Bersani dietro i franchi tiratori vede una "operazione politica", come quella che nel 2013 "mirava a far fuori me e far fuori Prodi". Tuttavia va considerato il taglio dei parlamentari: la riduzione degli eletti potrebbe spingere molti a muoversi in una determinata direzione per restare più tempo possibile nel palazzo ed evitare elezioni anticipate.

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