Nei giorni scorsi Fratelli d'Italia ha presentato un'interrogazione al ministro degli Esteri Luigi Di Maio sul caso del presunto finanziamento venezuelano. E l'onorevole Augusta Montaruli, durante il question time di ieri alla Camera, ha incalzato il grillino, chiedendo «la certezza che la politica estera del governo non abbia subito influenze derivanti da un finanziamento che, nella prospettiva delle dichiarazioni riportate dal vostro quotidiano, sarebbe illecito», così come dichiara il deputato al Giornale.
Il ministro, in Aula, ha definito «falso» il «documento», oltre a porre un accento sull'inesistenza d'ingerenze dall'estero. L'inquilino della Farnesina, con la sua risposta, non ha tuttavia soddisfatto la parlamentare di Fdi. Per la Montaruli, le dichiarazioni di Carvajal sarebbero «recenti e successive al documento che Di Maio taccia di falsità. Il ministro - aggiunge la meloniana - non ha risposto, fuggendo alle nostre domande legittime e continuando ad alimentare i dubbi». La replica al ministro dell'onorevole Andrea Delmastro si è soffermata sulla «risoluzione in cui la sanguinaria dittatura venezuelana veniva indicata come modello da seguire». Un testo che era stato presentato dal MoVimento 5 Stelle. L'Italia - vale la pena specificarlo - è stata l'unica, tra ventotto nazioni Ue, a non riconoscere come legittimo il presidente Guaidò. Erano i tempi di Conte premier. Oltre al caso relativo al presunto finanziamento ai pentastellati, comunque, Fdi chiede al MoVimento di chiarire la posizione espressa nei confronti del regime venezuelano. Il vertice del partito Giuseppe Conte, nonostante la richiesta inoltrata dal leader di Fdi Giorgia Meloni, non ha ancora preso le distanze dalla dittatura comunista.
L'atteggiamento dell'ex «avvocato degli italiani» e Di Maio, per i meloniani, è un vero e proprio «gioco del silenzio».
Mentre assicura che insisterà sulla vicenda relativa ai presunti 3,5 milioni, la Montaruli si dice scandalizzata dalla linea grillina sul Venezuela: «Una posizione - afferma - che non si è ammorbidita neppure davanti le immagini di repressione a cui abbiamo assistito. Francamente risulta sconcertante», conclude.
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