Manager di Air France sfuggono al linciaggio

L'amministratore delegato e il responsabile delle risorse umane aggrediti durante una tesa riunione sul piano di ristrutturazione della compagnia

Sciopero, consiglio d'amministrazione interrotto da un blitz dei dipendenti, tentato linciaggio dei manager. Nel quartier generale di Roissy, vicino a Parigi, è andata in scena una delle pagine meno lusinghiere della storia di Air France. Anche il colosso transalpino, al pari di altri giganti europei (come la Volkswagen travolta dallo scandalo «dieselgate»), perde colpi e la sua immagine, simbolo e orgoglio della Francia, viene offuscata dal tracollo dei conti e dalle violente proteste.

D'altronde, il piano lacrime e sangue proposto dal management per frenare l'emorragia è stato giudicato indigeribile dai sindacati. La compagnia di bandiera si era data tempo fino al 30 settembre per trovare un accordo sui tagli al personale e agli investimenti e ieri ha messo sul tavolo i numeri: 2.900 posti da eliminare, cioè 300 piloti, 700 assistenti di volo e 1900 dipendenti di terra in meno; la riduzione di 14 velivoli della flotta a lungo raggio; il calo del numero di voli (sarebbero 37) e la cancellazione dei nuovi ordini per i Boeing 787. Se queste cifre saranno confermate, i sindacati ritengono che i posti a rischio salirebbero a 4.900.

Il piano di ristrutturazione è stato congegnato per permettere al gruppo Air France-Klm di superare il grave periodo di crisi e far fronte alla concorrenza sempre più agguerrita delle compagnie low cost e delle linee aeree mediorientali, che primeggiano sul mercato delle rotte a lungo raggio.

Nel primo semestre di quest'anno, il gruppo franco-olandese ha registrato infatti una perdita netta di 638 milioni di euro, in crescita di 19 milioni rispetto allo stesso periodo del 2014. Un rosso pesante che ha spinto l'azienda a fare scelte drastiche.

Air France, partecipata dallo Stato francese, ha già tagliato il personale di 5.500 unità tra il 2012 e il 2014 e dopo la fusione con Klm nel 2004 e oggi punta a ridurre i costi di 1,8 miliardi di euro nel prossimo biennio. Il governo francese, dal canto suo, sostiene il management e il primo ministro Manuel Valls ha invitato i dipendenti a valutare attentamente il piano di ristrutturazione perché «se Air France non si evolve - ha detto - mette se stessa in pericolo».

Ma, proprio mentre il consiglio d'amministrazione definiva ieri mattina il piano di tagli, si è scatenata la protesta dei dipendenti. Centinaia di lavoratori infuriati hanno preso d'assalto gli uffici della compagnia urlando slogan contro i dirigenti e interrompendo la riunione del board . A farne le spese è stato il capo delle risorse umane, Xavier Broseta, che è sfuggito per un soffio al linciaggio scavalcando in fretta la rete di recinzione della sede di Air France. Le sue immagini a torso nudo e con gli abiti lacerati hanno impazzato per tutta la giornata su internet e in televisione. L'amministratore delegato Frederic Gagey è invece riuscito a scappare poco prima dell'assalto.

La compagnia ha annunciato un'azione legale contro la «violenza perpetrata da individui isolati» ai danni dei manager. Lo stesso premier Valls si è detto «scandalizzato» dall'aggressione e ha espresso sostegno e solidarietà alla direzione della compagnia aerea.

La situazione dell'azienda è «difficile», ha detto il primo ministro, «ma ciò non giustifica mai tali comportamenti».

La tensione però resta altissima, il Consiglio di amministrazione è stato rinviato a data da definire. Con ogni probabilità, la prossima riunione potrebbe svolgersi in una sede blindata dalle forze di polizia.

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