Il manuale radical chic che spalleggia i clandestini

La guida Feltrinelli è curata da attivisti di ultra sinistra. Svela ai migranti tutti i trucchi per evitare il rimpatrio

Il manuale radical chic che spalleggia i clandestini

«Welcome to Italy Guida pratica per rifugiati e migranti». Già il titolo fa comprendere chiaramente quale sia lo scopo di questo manuale edito da Feltrinelli e distribuito gratuitamente. A realizzarlo è stata la rete euro-africana Welcome to Europe che, come scrivono, è formata «da centinaia di attivisti/e e associazioni che dal 2009 in tutta Europa e in Africa del Nord offrono supporto diretto a migranti e rifugiati/e, promuovono la libertà di movimento, l'uguaglianza dei diritti per tutti/e e lottano contro i confini, le discriminazioni e le politiche militari e repressive dell'Unione Europea, dei singoli Stati europei e i loro alleati in altre parti del mondo». Sì, avete capito bene, qui parliamo di progressisti illuminati, i quali non fanno mistero delle loro reali intenzioni: «Questa guida è indirizzata a tutti/e i/le migranti che arrivano in Italia e che intendono restarci o andare in un altro Paese europeo».

Ma cosa contiene questo vademecum? Informazioni, suggerimenti importanti per non dire fondamentali affinché chi sbarca illegalmente nel nostro Paese possa non essere respinto. Insomma, come sfruttare le leggi e i regolamenti che i radical chic hanno imposto agli italiani. Il nuovo arrivato quindi deve sapere che può giocarsi diverse carte, cioè: «Non essere rimandato/a in uno Stato dove puoi essere perseguitato/a o discriminato/a; non essere espulso dall'Italia se fai parte delle categorie vulnerabili; ricevere assistenza medica di base e lo screening sanitario completo e gratuito; le donne, i minorenni e chi ha problemi fisici e/o psichici hanno diritto a un'assistenza specifica e gratuita; nei centri di accoglienza avere cibo e acqua almeno tre volte al giorno e essere alloggiato in strutture non sovraffollate e attrezzate in maniera adeguata; ricevere in una lingua che comprendi le informazioni principali sui tuoi diritti, sulle procedure per chiedere asilo e le relative tempistiche; avere copia scritta di tutti i documenti che ti vengono consegnati, poter comprendere quanto vi è scritto e rifiutarti di firmare se il documento non è scritto in una lingua che conosci; poter contattare, tramite telefono o internet, i tuoi familiari e amici, sia nel tuo paese di origine che in Italia e in Europa, e parlare con mediatori linguistico culturali; se necessario, chiedere il supporto di un avvocato; vedere tutelata la tua libertà personale e non subire nessuna violenza fisica e/o verbale; poter restare sempre insieme ai tuoi parenti più vicini (diritto all'integrità familiare); avere tutela legale senza spese a tuo carico».

Questi i diritti. E i doveri? Abbiamo sfogliato attentamente ognuna delle 80 pagine, ma non ne abbiamo trovato traccia. Eppure, questi attivisti dei diritti un tanto al chilo dovrebbero sapere che ogni aspirante cittadino od ospite straniero, come ogni abitante della nazione ospitante, ha dei doveri, come quello di rispettare le leggi, i costumi, la cultura, la religione eccetera. Insomma, dei semplici principi costituzionali. Ma chissenefrega. Questi sono dettagli insignificanti per gli importatori di immigrati, secondo i quali chi sbarca in Europa deve avere uno status privilegiato. Alla faccia di chi deve, obtorto collo, pagare per garantirgli un diritto tutto da dimostrare. E qui i maghi dell'accoglienza superano se stessi e forniscono precise istruzioni su come ottenere asilo o protezione internazionale. Un capitoletto a pagina 34 spiega al nuovo arrivato «come preparare la tua storia». Proprio così, preparare una storia, che sia convincente, magari a prescindere dalla verità. «Un avvocato o un operatore sociale del centro di accoglienza ti aiuteranno a scrivere la tua storia». Con precise raccomandazioni. «Racconti i motivi per cui sei dovuto fuggire e tutte le violenze che hai subito e i problemi che hai avuto (ad esempio prigione, torture, violenze, abusi, stupri, infibulazione o altre mutilazioni, denunce, minacce, costrizioni nella scelta del marito/o moglie, della religione, del partito ecc...) e questo vale anche se è accaduto a un tuo familiare». E se non avesse subito queste traversie ma arrivasse in Europa solo col sogno di una vita migliore? Poco importa, basta condire la propria storia. «Racconti la tua la fuga: i paesi che hai attraversato () quanto hai dovuto pagare, la prigionia, le torture e le minacce che hai subito nei Paesi che hai attraversato (); successivamente devi specificare perché non puoi tornare nel tuo Paese, i rischi concreti che corri, le leggi e/o le pratiche del tuo Paese che violano i tuoi diritti e le tue libertà e perché non puoi chiedere aiuto alla polizia o ai familiari».

Dulcis in fundo, per mettere a tacere sul nascere qualsiasi

forma di protesta, una serie di recapiti e contatti a cui rivolgersi, come forum e reti antirazziste, osservatori contro le discriminazioni eccetera. Tanto oggi con l' accusa di xenofobia o razzismo puoi silenziare chiunque.

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