Non c'è pace per l'Ucraina, da ieri mattina alle prese anche con un disastro ambientale di vaste proporzioni. Una petroliera russa, la Volgoneft 212, con a bordo più di 4mila tonnellate di olio combustibile, è stata squarciata a prua da una tempesta nello stretto di Kerch, tra la Crimea occupata e la Russia. Il danno ha provocato la fuoriuscita di tutto il greggio nelle acque del Mar Nero. Una seconda petroliera, la Volgoneft 239, è stata danneggiata e si trova alla deriva. Due al momento le vittime accertate. «I russi rappresentano una minaccia per la navigazione e la morte degli ecosistemi nei territori che occupano», scrive la Marina ucraina. Putin ha ordinato di istituire un gruppo di lavoro per organizzare i soccorsi, ma le operazioni di bonifica potrebbero durare mesi.
A proposito di carburante, gli agenti del controspionaggio militare di Kiev hanno fatto saltare i binari mentre un treno russo con vagoni cisterna si muoveva all'altezza di Oleksiivka (Kharkiv). «Oltre a distruggere la locomotiva e 40 cisterne, un'importante linea ferroviaria che riforniva le truppe di Mosca è stata messa fuori uso», scrivono i vertici dell'Sbu.
Tutto questo accade mentre il settimanale americano Newsweek spaventa, laddove non ci fosse già terrore, i Paesi che confinano con la Russia. Le mire espansionistiche di Putin sono il nervo scoperto soprattutto per i Paesi Baltici e la Scandinavia, territori a un passo dagli artigli dell'orso russo. Lo scorso giugno il ministro della Difesa tedesco Pistorius aveva sollevato questa prospettiva, affermando in un'intervista che Putin «potrebbe anche attaccare un Paese della Nato». Il ministro della Difesa svedese Bohlin ha spiegato ieri che «il conflitto potrebbe arrivare in casa nostra», e il comandante delle forze armate di Stoccolma Byden, ha avvertito gli svedesi di «prepararsi mentalmente» al conflitto, ordinando persino di far allestire 30mila tombe per i propri soldati nel caso di scontri. I Paesi Baltici stanno diventando un «focolaio chiave di confronto tra Russia e Nato che non si vedeva dai tempi della Guerra Fredda», rincara la dose il Wall Street Journal. Trump intanto sarebbe pronto a prendere in considerazione la proposta di cessate il fuoco presentata da Orban. Ieri il presidente ungherese ha provato a telefonare a Zelensky senza successo.
Sul campo di battaglia otto soldati russi sono stati uccisi dal fuoco amico delle truppe nordcoreane che combattono al loro fianco nel Kursk. L'incidente sarebbe accaduto a causa della differenza di lingua, che continua a essere un ostacolo difficile da superare. Nella stessa area gli ucraini hanno liquidato 22 soldati di Pyongyang, la foto dei cadaveri sistemati uno accanto all'altro stanno facendo il giro del mondo. Secondo fonti vicine al ministero della Difesa di Kiev, la Russia potrebbe spostare i militari nordcoreani sul fronte ucraino orientale.
Le forze di Mosca hanno conquistato due villaggi in altrettante aree chiave del Donetsk, mentre avanzano verso Pokrovsk e Kurakhove (dove hanno issato la bandiera). Il leader ceceno Kadyrov ha rivelato che tre droni ucraini hanno attaccato Grozny. Due sarebbero stati abbattuti.
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