"Marco e Giuseppe hanno evitato una strage"

Meneghello, 46 anni, di Verona. Cipriano, 48, di Matera. Il cordoglio dei colleghi

"Marco e Giuseppe hanno evitato una strage"

Il maggiore Marco Meneghello, 46 anni da compiere, ha fatto l'impossibile per schivare le case tra via Roma e Via delle Margherite a Colle Fiorito. «Un eroe - commenta il sindaco della cittadina, Marco Lombardo - Mentre precipitava è riuscito a evitare l'impatto più devastante contro la palazzina in una via peraltro anche stretta, evitando le abitazioni». Nato a Legnago, in provincia di Verona, Meneghello entra in Aeronautica nel 1999 con il 119° corso Allievi ufficiali di complemento. Istruttore, come il suo collega morto nel terribile schianto, al 60° Stormo, aveva oltre 2.600 ore di volo all'attivo anche fuori dai confini nazionali.

Il tenente colonnello Giuseppe Cipriano, 48 anni, di Montalbano Jonico, Matera, entra in Aeronautica a 21 anni, nel 1996, nel 117° corso Auc. Esperto pilota addestratore con oltre 6mila ore di volo nei cieli italiani e internazionali. «Un ragazzo generoso, riservato e dal cuore nobile, orgoglio di noi montalbanesi» dice il primo cittadino Piero Marrese. I primi a ricordare sui social i due piloti morti nel tragico schianto sono i loro compagni di volo. «Giuseppe e Marco vogliamo ricordarvi così, con i vostri volti sorridenti, appassionati del volo ed entusiasti del vostro lavoro. Ancora una volta la nostra grande famiglia è costretta a fare i conti con un devastante dolore che ha profondamente scosso tutti noi. Giuseppe e Marco non erano solo nostri colleghi, erano nostri fratelli». «La notizia dell'incidente l'abbiamo appresa dai canali di informazione - spiega Alessio Cipriano, fratello del pilota lucano - All'inizio non pensavamo ci fosse lui. Era una persona d'oro, ha dato l'anima per i suoi allievi, per l'Aeronautica Militare e il Tricolore».

Una tragedia vissuta in diretta da molti residenti. «Dieci secondi in più e sarei morto - racconta ancora Fabrizio Fiore, proprietario dell'auto esplosa assieme al secondo Siai Marchetti U-208 - Stavo per aprire la macchina, ho visto un'ombra sulla mia testa e mi sono messo a correre. Mi sento davvero un miracolato». Sono in tanti ad assistere allo schianto e cercare di soccorrere Meneghello con gli estintori: «Sentivo il pilota gridare aiuto - racconta un giovane -, mi sono avvicinato e ho provato a fare qualcosa ma era impossibile per colpa della fiamme. L'aereo è caduto come una foglia morta».

Altri raccontano della fase precedente la caduta: «Il pilota ha fatto qualcosa per evitare i palazzi, li ha schivati - spiega un testimone - Una manovra per graziarci perché poteva prendere i caseggiati. Ero in piedi e all'improvviso ho visto un aereo precipitare. L'aereo è sceso in obliquo». «Volava in maniera strana, girava a destra e sinistra - racconta una donna - Dopo un po' ho sentito il botto e ho visto il fumo». «Ero vicino al campo dove è precipitato l'altro aereo - spiega un testimone - È stato tremendo».

C'è chi filma con lo smartphone l'aereo in fiamme con la colonna di fumo nero che investe la palazzina, chi fotografa l'altro velivolo finito sul terreno incolto, chi prova a estrarre i corpi. Ma l'esplosione del serbatoio con il kerosene blocca tutti. «Siamo abituati a sentire il boato degli aerei, siamo una città strettamente connessa con l'aeroporto, siamo praticamente nati con lui» commenta il sindaco, tra i primi ad accorrere sul luogo dell'incidente. Sul posto, oltre ai vigili del fuoco, carabinieri e polizia per mettere in sicurezza e circoscrivere la zona.

Decine le reazioni e i messaggi di cordoglio, a cominciare dal capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica, il generale Luca Goretti, che si stringe «in un profondo segno di vicinanza e cordoglio», al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

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