Marino non ride più: bocciato dall'80% dei romani

Un sondaggio choc certifica sedici mesi di fallimenti: dai licenziamenti dei musicisti dell'Opera alle dichiarazioni sulla droga e alle pedonalizzazioni a tappeto

Marino non ride più: bocciato dall'80% dei romani

Lo avevano soprannominato "Sottomarino" e per il sindaco di Roma quella di oggi assomiglia davvero a una bomba di profondità: parliamo del sondaggio, commissionato da Swg per il Pd romano e diffuso da Repubblica, secondo cui ben l'80% dei romani ha perso ogni fiducia in Ignazio Marino.

Va ancora peggio alla squadra di governo che il sindaco ha portato con sè al Campidoglio, promossa da appena il 16% dei cittadini della Capitale. Un vero e proprio schiaffone, ben sintetizzato dai tre aggettivi che gli intervistati hanno scelto come i più adatti a descrivere la Roma del 2014: sporca, caotica e degradata.

Del resto, va detto che il sondaggio non può sorprendere chi abbia seguito questa prima fase della sinistra al Campidoglio: eletto da nemmeno diciotto mesi, Marino è stato protagonista di un incredibile numero di gaffes e decisioni controverse che, evidentemente, hanno finito per alienargli le simpatie di otto romani su dieci.

A partire dagli impiegati pubblici a lui direttamente sottoposti: a giugno era riuscito nell'impresa di scatenare il primo sciopero generale dei dipendenti municipali, in piazza contro il taglio dei salari accessori. Allora Marino attaccò i sindacati che "non facevano l'interesse dei lavoratori", che dovevano invece pensare ad "essere sereni"; a meno di un mese fa risale invece la decisione di rifondare l'Opera di Roma, rivendicata dal sindaco come "scelta di sinistra" nonostante i 182 musicisti lasciati a casa.

Convinto sostenitore della liberalizzazione dei cannabinoidi, qualche settimana fa ha lasciato a bocca aperta mezza Italia, quando a Un giorno da pecora si è dichiarato "fortemente attratto da qualsiasi sostanza stupefacente". Pochi giorni dopo, di nuovo nella bufera, quando alcuni giovani di centrodestra gli hanno contestato l'aumento delle tariffe dei parcheggi, imposto ai romani mentre lui posteggiava comodamente - e gratuitamente - la propria auto nel parcheggio del Senato.

D'altronde è proprio sul tema delle auto che si è giocata, sin dal giorno del suo insediamento al Campidoglio, una delle partite cruciali dell'amministrazione Marino: accanito sostenitore della mobilità "green" e degli spostamenti in bicicletta, il sindaco ha fatto delle pedonalizzazioni del centro storico capitolino una delle bandiere del suo mandato. Prima i Fori Imperiali, ora il Tridente, in un progetto che forse farà felici gli ambientalisti ma di sicuro ha scontentato commercianti e residenti, già sul piede di guerra contro le ultime decisioni del Comune.

Infine la crociata contro gli automobilisti indisciplinati, finiti nell'occhio della "fabbrica di multe" dello street control, che ne produce sei al minuto. E pazienza se sono gli stessi vigili urbani a mettere in dubbio l'efficacia della sanzione: anche in questo caso, Marino tira dritto.

Chissà tirerà diritto anche di fronte al sondaggio di stamattina, recapitato sulla sua scrivania proprio dalle colonne di quella Repubblica che, almeno in teoria,

dovrebbe essergli amica. Forse qualche minuto ad analizzare quei dati sarà bene spenderlo, le risposte dei romani sono inquietanti: alla domanda "cosa funziona bene a Roma", più della metà degli intervistati ha risposto "nulla".

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