Le marionette del jihad: ecco perché anche l'Italia può essere attaccata

Sono la versione «telecomandata» del vecchio lupo solitario. Da inizio anno le forze dell'ordine ne hanno già espulsi dieci

Le marionette del jihad: ecco perché anche l'Italia può essere attaccata

U n ribelle senza storia. Barbetta disadorna nell'America suburbana. Marionetta senza fili nel gran gioco del terrore. Non illudiamoci. Mohammad Youssef Abdulazeez, il 24enne di origini kuwaitiane autore della strage di marines a Chattanooga non è un fenomeno americano. Le marionette senza fili sono il prodotto più evoluto del terrorismo globale. E possono colpire anche in Italia dove l'immigrazione fuori controllo distilla fanatismo dall'emarginazione.

Le «marionette senza fili»

Sono la versione più recente del «vecchio» lupo solitario. Una versione figlia dall'evoluzione propagandistica introdotta dalla Stato Islamico. Al Qaida restava in contatto con i «lupi solitari» e li coordinava. Il Califfato non gestisce più elenchi di potenziali «lupi solitari», né liste di potenziali obbiettivi, né controllori incaricati di distribuire armi e denaro. Al loro posto c'è la meta-struttura subliminale generata dal flusso ininterrotto di messaggi e filmati distribuiti su twitter, facebook e rete. In questa meta-struttura s'inseriscono gli inviti a colpire. Come quello diffuso prima del secondo venerdì di Ramadan dal portavoce del Califfato Abu Mohammed Adnani. Un invito sufficiente a innescare nello stesso giorno Abu Yahya al Qayrawani, la marionetta senza fili autore della strage sulle spiagge di Sousse in Tuniasia, il kamikaze che si fa saltare in una moschea sciita in Kuwait e Yassin Salhi, l'enigmatico autore del fallito attentato con decapitazione ad una centrale del gas francese.

Le marionette italiane

L'ultimo è stato espulso il 17 luglio da Ceriale in Liguria. Si chiama Ibrahim Abu Fares, è marocchino e ha solo 18 anni, ma gli inquirenti che seguivano i suoi movimenti in rete avevano percepito un pericoloso processo di radicalizzazione. Un processo che poteva portarlo a combattere in Siria o trasformarlo in un massacratore. Giorni prima la prefettura di Brescia aveva espulso l'albanese 38enne Alban Elezi sospettato di essere un reclutatore dello Stato Islamico. L'11 aprile era stata la volta di Mohamed e Jouini Ghazi, due fratelli tunisini di 30 e 29 anni che da Verona tenevano i contatti con gli esponenti più radicali del web. Le decine di espulsioni ordinate da gennaio sono il principale indicatore della presenza in Italia di marionette senza fili pronte a colpire.

Difficili da individuare, impossibili da inquisire

Le decine di «marionette senza fili» espulse dal territorio italiano non hanno, al pari degli omologhi internazionali, legami materiali con lo Stato Islamico. La comunicazione non prevede rapporti con i vertici, ma solo la ridistribuzione «orizzontale» della propaganda per garantire il reclutamento o lo scambio di messaggi. E così nonostante il decreto anti terrorismo varato ad aprile comprenda il rinvio a giudizio per attività di reclutamento e propaganda, gli inquirenti italiani restano sprovvisti degli strumenti legislativi in grado di garantire la detenzione dei sospettati. L'espulsione è l'unica arma in grado di disinnescare la loro minaccia. Ma questo vale solo per gli stranieri e non per le eventuali «marionette senza fili» italiane o residenti sul nostro territorio. In Francia, ad esempio, la grande massa di immigrati di seconda o terza generazione con regolare cittadinanza rende impraticabile l'espulsione. E il grande numero di sospetti non permette più il controllo delle loro attività comunicative. Lo dimostrano gli attentati messi a segno da Mohammed Merah o dei fratelli Kouachi. Ovvero da elementi conosciuti dai servizi d'informazione, ma sfuggiti alla loro vigilanza.

L'humus dell'immigrazione fuori controllo

Lo stragista di Chattanooga, il massacratore di bagnanti tunisino e molti degli espulsi dall'Italia hanno alle spalle un processo di frustrazione, isolamento ed estraniazione. Proprio questo li rende permeabili alla propaganda di chi esorta a colpire la società da cui si sentono esclusi. In Italia l'immigrazione fuori controllo costringe decine di migliaia di musulmani a fare i conti con una realtà molto dura e spinge inevitabilmente una minoranza di frustrati nelle braccia del terrore islamista.

In termini meramente statistici basterebbe lo 0,1 per cento dei 54mila immigranti sbarcati in Italia nei primi sei mesi del 2015 per regalarci una cinquantina di marionette senza fili. E basterebbe l'attivazione di una di loro per far i conti con la prima strage sul territorio italiano.

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