Il mondo ha visto, Zelensky ha parlato di «genocidio», Lavrov di «messa in scena» e Shoigu aprirà un'indagine interna all'esercito per fare chiarezza. Il bombardamento di mercoledì dell'ospedale pediatrico «Dytyacha Poliklinika» di Mariupol diventa terreno per uno scambio di accuse tra Ucraina e Russia. Dopo le immagini dell'orrore, apparse quasi in presa diretta, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov definisce l'episodio come «messinscena provocatoria». E con i giornalisti rincara la dose: «L'ospedale è stato occupato dal battaglione Azov. Hanno cacciato donne in travaglio, infermiere e personale». Attendista il ministro della Difesa Sergei Shoigu, che prima di pronunciarsi vuole sentire i suoi «comandanti in campo per capire come si è svolta l'operazione». Sulla questione anche il tweet della presidente della Commissione europea Von Der Leyen: «Sono convinta che questo possa essere un crimine di guerra. Abbiamo bisogno di un'indagine completa».
Dialettica a parte, Mariupol rimane il simbolo della furia omicida dell'esercito russo. Da ormai due settimane è una città violentata e ferita, che sta perdendo la sua identità e che si aggrappa a una speranza di salvezza sempre più lontana. L'assedio continua, e le unità della milizia popolare della Repubblica di Donetsk, che fiancheggiano Mosca, hanno preso il controllo dei quartieri di Azovsky, Naidenivka, Lyapyne e Vynohradar e si sono avvicinate alla fabbrica dell'acciaio Azovstal. I bombardamenti si susseguono, nonostante la Croce Rossa stia tentando di portare fuori dall'inferno più persone possibili. Un convoglio umanitario che cercava di raggiungere Mariupol è stato costretto a fare marcia indietro a causa dei combattimenti. Durante il cessate il fuoco concordato per consentire ai civili di fuggire, sono morte 3 persone fra cui una bambina di 6 anni, altre 17 sono rimaste ferite. La Croce Rossa avverte del rischio di tumulti nella città portuale, dove circa 400mila persone restano assediate. Sono già scoppiate risse per cibo e carburante, sono state saccheggiate farmacie e negozi e con le temperature che di notte scendono sotto lo zero si temono malattie.
L'ultimo bilancio parla di 1.207 corpi raccolti nelle strade, ma sono numeri destinati a crescere mentre l'Ucraina conta fra le sue vittime 71 bambini, 100 dei quali feriti. Putin, nonostante tutto, ha dato ordine di continuare a sfregiare Mariupol: dopo l'ospedale pediatrico, è stata la volta delle aree residenziali. Non è stato risparmiato neppure l'edificio dell'università, le bombe hanno aperto crateri persino tra le mura del Teatro Drammatico. Lo sfacelo sta arrivando dritto al cuore di tutto il mondo anche grazie alle immagini: negli scatti pubblicati dalla Cnn si vedono uomini che gettano una settantina di corpi in una fossa comune. Cadaveri dentro sacchi di plastica neri e avvolti in coperte. Non c'è neppure il tempo per una degna sepoltura, l'aviazione di Mosca martella senza dare respiro alla popolazione.
Nel 15esimo giorno di guerra, la Russia ha continuato nelle sue manovre di soffocamento su tre fronti. A Kharkiv bombe a grappolo hanno colpito un edificio residenziale, causando quattro morti, di cui due bambini. In corso le operazioni di ricerca per estrarre corpi dalle macerie. Bombe a grappolo e armi termobariche (lo dicono gli 007 di Londra) sono state usate a Chernihiv. Gli occupanti stanno valutando se far saltare in aria i depositi di ammoniaca, per aggiungere veleno al ferro incandescente degli ordigni.
Altri due ospedali sono stati danneggiati a Zhytomyr, a ovest di Kiev. L'aviazione e la fanteria di Mosca hanno colpito la cittadina di Nizyn (2 morti) e l'aeroporto di Krivoy Rog, dove non si segnalano vittime. Nel Mar Nero hanno lanciato cinque missili verso Odessa.
La resistenza dell'esercito ucraino sta rallentando le operazioni nemiche, soprattutto dopo la voce sull'incapacità del ministero della Difesa russo di stipendiare i soldati causa sanzioni. Un reparto della Sukhoputni Viyska ha distrutto una divisione di sistemi missilistici tattici balistici «Iskander-M».
Nel distretto di Brovary (regione di Kiev) hanno costretto alla ritirata due reggimenti di carri armati della 90esima divisione. L'intelligence di Kiev sostiene di aver neutralizzato il comandante Andrei Zakharov. I soldati della Decima Brigata d'assalto di montagna hanno abbattuto un caccia Su-25 a Kolomyia.
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