Da marzo diluvio di cartelle. Il centrodestra: "Stop subito"

Bernini (Fi): "Serve una proroga di almeno due anni". Ma i tempi sono stretti: probabile slittamento a maggio

Da marzo diluvio di cartelle. Il centrodestra: "Stop subito"

«Non basta un rinvio di due mesi per le cartelle esattoriali». Il capogruppo al senato di Forza Italia, Anna Maria Bernini, ribadisce che il partito di Silvio Berlusconi ritiene «indispensabile dilazionare almeno in due anni la notifica delle richieste fiscali». Secondo Bernini, occorre assolutamente scongiurare che «sulle imprese travolte dalla crisi si abbatta un vero e proprio diluvio di atti dell'amministrazione finanziaria», mentre «allargando lo spazio temporale, sarà possibile distinguere con certezza chi ha visto ridursi al minimo, o addirittura azzerare i fatturati, da chi non ha subito perdite». Il saldo e stralcio, conclude, «resta la strada maestra, ma intanto sarebbe già un passo avanti la riduzione del danno».

Il neo ministro dell'Economia, Daniele Franco, non ha molto tempo a disposizione per valutare la soluzione migliore e, di fatto, dovrà sfruttare il lavoro del predecessore Roberto Gualtieri che pareva indirizzato proprio alla mini-proroga di due mesi (cioè alla fine dello stato di emergenza fissato per il 30 aprile) e a un pacchetto per allungare i tempi delle notifiche nonché la prescrizione delle cartelle stesse. Il fattore tempo, come detto, gioca a sfavore di Franco perché lunedì prossimo primo marzo è previsto l'incasso delle cinque rate delle rottamazioni e delle due rate del saldo e stralcio fermate dai decreti dell'anno scorso. In ballo ci sono 950 milioni di euro a carico di 1,2 milioni di contribuenti che rischiano la decadenza dalle definizioni agevolate. Cioè il pagamento per intero delle somme dovute comprensive di interessi e sanzioni.

Di qui il ritorno all'attacco del centrodestra. L'esponente leghista, Massimo Bitonci (sottosegretario all'Economia nel primo governo Conte) aveva espresso chiaramente l'orientamento della formazione che ora è azionista di maggioranza del governo Draghi. «Possiamo pensare, non a un condono, ripeto, non a un condono, ma a un nuovo patto con il fisco, una nuova stagione di transazione fiscale, di definizione del contenzioso, visto che sanzioni ed interessi in Italia superano il 200% contro una media europea del 15%?», si era interrogato retoricamente. Le rate in scadenza non sono, infatti, l'unica preoccupazione perché sullo sfondo sono sempre rimasti i 50 milioni di atti sospesi causa Covid e che l'agenzia delle Entrate-Riscossione si appresta a inviare. «Questi - ha sottolineato Bitonci - non sono evasori, sono contribuenti che la dichiarazione l'hanno fatta, ma che, poi, non sono stati in grado di pagare le imposte».

Per quest'altra emergenza l'idea del governo Conte-bis era scaglionare gli invii su un arco di tempo biennale, allungando contestualmente la prescrizione degli atti stessi.

La proposta del centrodestra, appunto, è inserire in questa moratoria non solo gli atti da notificare ma anche quelli già notificati e oggetto di definizione agevolata. Guadagnare tempo consentirebbe di lavorare su nuovi provvedimenti di grazia, sempre che il centrosinistra sia disponibile all'ascolto.

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