Massacrata a calci e pugni Il fidanzato confessa: "Ero geloso e l'ho uccisa"

La vittima aveva 23 anni. E a Napoli un marito ammazza la moglie con una gruccia per abiti

Massacrata a calci e pugni Il fidanzato confessa: "Ero geloso e l'ho uccisa"

Festa delle donne macchiata di sangue. Due femminicidi sono stati compiuti a distanza di poche ore uno dall'altro a Napoli e a Messina.

Fortuna Bellisario, 36 anni, è stata uccisa dal marito Vincenzo Lopresto, nel quartiere Miano, alla periferia nord della città partenopea. I due avevano insieme tre figli, di sette, dieci e undici anni, che al momento del delitto erano usciti con la nonna.

Secondo quanto dichiarato dall'uomo, di 41 anni, sarebbe stato lui a picchiarla con una gruccia per i vestiti, per motivi di gelosia. Poi ha chiamato il 118: «Non respira più, aiutatemi», ha detto ai sanitari. Ma quando i soccorsi, partiti dalla postazione dell'aeroporto di Capodichino sono giunti nell'abitazione, del rione di edilizia popolare composta da palazzine di due piani, in Corso Mianella, lei era in fin di vita ed è morta pochi minuti dopo. Il marito è stato portato via dalle forze dell'ordine ed è stato interrogato dal pm di turno. Secondo i vicini marito e moglie vengono descritti come una coppia che viveva in acque agitate e i momenti di frizione erano seguiti poi da riappacificazioni. Ma ieri nessuno li ha sentiti discutere.

Anche Alessandra Immacolata Musarra, 23 anni, è morta ieri e il boia è il fidanzato, di tre anni più grande. L'ha uccisa a calci e pugni per gelosia e non era la prima volta che la picchiava. Il cadavere è stato ritrovato dal padre in via Casalino, nel quartiere di Santa Lucia sopra Contesse, a Messina. La ragazza era in una pozza di sangue nel letto della sua abitazione. «Stamattina (ieri per chi legge, ndr.) non apriva la porta e siamo entrati con la scala nel balcone, non ho capito subito che era coinvolto il fidanzato - dice Luciano Musarra -. Avevo ricevuto un messaggio ed ho chiamato mio figlio, che sta sotto, per andare ad aiutarla ma lei non rispondeva. Sono salito e l'ho trovata morta. Non so come spiegare tanta violenza». Poco dopo la polizia è arrivata Christian Ioppolo, il ragazzo, è stato subito sottoposto a interrogatorio dal sostituto procuratore Marco Accolla e dal capo della squadra mobile, Franco Oliveri. Messo sotto pressione e davanti a diverse contraddizioni, rispetto alla prima versione dei fatti, è crollato.

Alessandra e Christian dai profili Facebook sembravano una coppi unita. Tante le foto insieme. Due giorni fa lei aveva postato un video della fiction «Un posto al sole» e scritto: «Bravissimi gli attori, ogni anno in vista della festa della donna ci sono sempre nuovi temi di violenze sulle donne perché sono in mille modi... e un posto al sole li racconta tutti grandiosi...».

Ma il 4 marzo scorso in un post emblematico si leggeva: «AAA cercasi persona all'altezza dei miei sogni». E un'ora più tardi scrive: «L'essere umano è un fiore destinato a morire ancor prima di sbocciare...». Una frase che oggi sembra un presagio funesto.

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