Mattarella difende le orfane: "No alla maxi richiesta Inps"

Il capo dello Stato blocca il recupero dei 124mila euro I vertici della Previdenza: «Cerchiamo la via d'uscita»

Mattarella difende le orfane: "No alla maxi richiesta Inps"

L'Inps fa marcia indietro. E dopo l'intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alleggerisce il peso che due orfane di Marina di Massa da anni portano sulle spalle.

Le minorenni sono vittime due volte. Del padre, l'operaio quarantenne Marco Loiola, che sei anni fa ha portato via la loro mamma Cristina Biagi, 38 anni, a colpi di pistola, prima di suicidarsi. E dell'Istituto di Previdenza, che chiede loro di saldare il conto delle spese sostenute per l'indennità di malattia e l'assegno di mantenimento a favore dell'allora compagno della vittima, Salvatore Galdiero, che quel tragico 28 luglio 2013 venne bersagliato con sei proiettili da Loiola per gelosia e rimase gravemente ferito.

L'assassino, poi, era uscito di scena suicidandosi. Ma gli effetti di quel gesto erano finiti come un boomerang addosso alle figlie, che si erano viste recapitare una richiesta di 124mila euro da parte dell'Inps.

Una vicenda legale dai contorni paradossali, che da ieri sembra essere superata, o per lo meno in via di risoluzione. Il Governo, infatti, si è mostrato sensibile a cercare una soluzione. Ieri è sceso in campo il presidente, Sergio Mattarella, rispondendo a un appello di Alessio Biagi, lo zio delle ragazzine, che pur vendendo la casa ereditata dai genitori non avrebbero potuto onorare a quella «legittima», quanto orribile richiesta. «Che colpa ne hanno le bambine hanno già sofferto tanto, le vogliono far soffrire ancora», si disperava invece il nonno materno Bruno, nominato loro tutore. Parole che hanno toccato il cuore del capo dello Stato. Matarella ieri ha chiamato personalmente la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, che due giorni fa aveva già avuto un colloquio con la collega Elena Bonetti, ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, dal quale era scaturita l'intenzione di convocare, al più presto, un tavolo tecnico sulla questione, al quale sederanno anche il Ministero dell'Economia e il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico. Lo scopo è trovare una strada che tuteli «tutte le persone coinvolte nella vicenda, a cui lo Stato è umanamente vicino».

L'Inps, però, rassicura di non aver al momento posto in essere alcuna azione giudiziale per il recupero coattivo del credito proprio nella prospettiva di una «soluzione umana». Le parole del capo dell'Istituto di Previdenza prospettano al contrario una conclusione rapida e positiva della questione. «Intendo assicurare alla famiglia Biagi che troveremo una soluzione riguardo al recupero delle somme cui l'Inps è tenuto ai sensi della normativa in vigore - ha spiegato Tridico -. Dall'inizio l'Inps ha supportato la famiglia per ogni prestazione dovuta e non ha attivato alcuna azione per il recupero coattivo, nelle more dell'individuazione di una via d'uscita legale che tenga conto della particolare situazione delle due eredi minorenni. Nei prossimi giorni la dirigenza e l'avvocatura locale prenderanno contatto con l'avvocato della famiglia». «Come Stato abbiamo il dovere di proteggere le vittime di femminicidio, non di vessarle - ha detto la ministra Catalfo - troviamo una soluzione a questo crudele paradosso. Quelle due giovanissime donne hanno già pagato un prezzo altissimo».

Francesca Businarolo, presidente della commissione Giustizia della Camera ieri ha ringraziato Mattarella. «Ora lo Stato faccia la sua parte - ha aggiunto - si recuperi questo errore, trovando presto la soluzione più adatta per evitare che cose del genere accadano di nuovo».

Soddisfazione è stata espressa dall'avvocato Francesca Galloni, che si batte come un leone per tutelare la

famiglia Biagi, spiegando che la vendita della casa ereditata e la pensione che il nonno Bruno «sta mettendo da parte per garantire un futuro alle nipoti» sarebbero insufficienti a cancellare la richiesta di 124mila euro.

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