Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, torna a parlare della guerra definendo "inaccettabile l'aggressione all’Ucraina da parte della Federazione russa". Il capo dello Stato lo scrive in un messaggio inviato al XXV Congresso di Acri (Fondazioni di origine bancaria e delle Casse di risparmio) in corso a Cagliari.
"La lotta alle disuguaglianze - scrive il Presidente - deve essere asse portante delle politiche pubbliche. E, insieme - quale compito della Repubblica - responsabilità della intera società. Saluto, dunque, con particolare intensità, la scelta di porre al centro del congresso di Acri il tema delle disuguaglianze, che si sono particolarmente accentuate durante la pandemia. Esprimendo, nel contempo, apprezzamento per l’impegno dispiegato in questi anni nell’affrontare le numerose criticità che si sono manifestate, a livello territoriale, sociale, generazionale, di crisi internazionali, come nel caso delle migrazioni e ora delle conseguenze dell’inaccettabile aggressione all’Ucraina da parte della Federazione russa".
Non è la prima volta che Mattarella fa sentire la propria voce sul conflitto in corso. Un paio di giorni fa, durante un incontro al Quirinale con i medagliati dei giochi Olimpici e Paralimpici di Pechino, il capo dello Stato ha detto: "Abbiamo rievocato ancora una volta il valore di principi come la pace, la libertà, la democrazia, la collaborazione. Proprio per questo, stiamo operando perché, malgrado le orribili immagini che vediamo, si recuperi ragionevolezza nel mondo e nel nostro continente".
Lo scorso 28 marzo, parlando all'Università di Trieste, Mattarella aveva detto: "Non troviamo una motivazione razionale a questa guerra. La pace è sempre doverosa e possibile: proprio per questo stiamo rispondendo con la dovuta solidarietà, con l'accoglienza dei profughi.
E con misure economiche e finanziarie che indeboliscono chi vuole imporre con la violenza delle armi una guerra che, se non trovasse ostacoli, non si fermerebbe. Occorre fermarla ora, subito. Servono dialogo e trattative per chiudere la guerra immediatamente".
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