"Meglio stare all'opposizione". Altra bomba di Renzi su Conte

Il leader di Italia Viva pronto a staccare la spina: "Non sarò complice, facciano senza di noi". E ora M5S e Pd temono il ritorno alle urne

"Meglio stare all'opposizione". Altra bomba di Renzi su Conte

"Sono stato partner per mandare a casa Salvini e per prendere i soldi in Europa: non sarò complice del più grave spreco di denaro pubblico". Matteo Renzi non le manda a dire e avverte nuovamente il premier Giuseppe Conte: o accetti le proposte avanzate da Italia Viva oppure ritiriamo immediatamente la fiducia a questo governo. Lo va ripetendo da settimane ormai, nonostante il presidente del Consiglio abbia cercato di evitare la rottura attraverso verifiche di governo e riunioni a Palazzo Chigi sul tema del Recovery Fund. Per adesso nulla è cambiato: le perplessità dei renziani sulla gestione dei fondi che arriveranno dall'Europa restano. Così come resta sul tavolo la minacci di una crisi: "Non diventerò un sostenitore di chi spreca i soldi dei miei figli e dei miei nipoti tra navigator, sussidi e similari".

L'avvocato nel corso della conferenza stampa di fine anno ha annunciato che, qualora dovesse venire meno il sostegno di un partito della maggioranza, andrebbe in Parlamento e lì si rivolgerebbe direttamente per verificare la fiducia. A quel punto potrebbero spuntare i cosiddetti "responsabili" che traghetterebbero Conte fino al 2023 per poi portarlo a capo di un proprio partito. "Se però al Parlamento va bene sprecare 3 o miliardi di euro in bonus e sussidi, facciano pure: noi andremo all'opposizione", ha tuonato il fondatore di Iv. Inoltre, nell'intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore, ha escluso "nel modo più categorico" un appoggio esterno all'esecutivo se i giallorossi dovessero crollare realmente: "Se ci vogliono ci stiamo con le nostre idee. Se non ci vogliono facciano da soli. L'appoggio esterno è una finezza da intenditori, una roba da appassionati della prima repubblica".

Quella paura del voto

Conte ha già studiato la mossa per disinnescare e mettere all'angolo Renzi, che però pare determinato a non abbassare la testa e ad andare fino in fondo. Tanto che, stando al retroscena riportato da La Repubblica, ai suoi confida di non avere paura di affrontarlo in Aula: "Conte pensa di intimidirci minacciando un passaggio in Parlamento? Siamo stati noi a invocarlo per primi. E non rinunciamo certo alle nostre richieste. Andiamo pure in Aula e vediamo se il governo ha i numeri". Il leader di Italia Viva sa benissimo della "operazione responsabili" (guidata soprattutto dai centristi) per tentare di arginare le offensive dei renziani. "Sappiamo che stanno cercando presunti responsabili per neutralizzarci, ma non credo che questa sarà un'operazione di successo", ha ammesso dietro le quinte.

Ma veramente la sostituzione di Italia Viva con i responsabili funzionerà? I dubbi - soprattutto all'interno del Partito democratico - non mancano. Comunque gli stessi renziani rischiano di spaccarsi se il senatore toscano decreterà la fine dell'esperienza giallorossa. Non a caso un deputato dem ha rivelato: "Nelle settimane scorse alla Camera da Italia Viva volevano rientrare nel Pd in quattro ma abbiamo detto di no".

Contestualmente cresce la paura per un ritorno anticipato alle urne. Movimento 5 Stelle e Partito democratico si sarebbero detti pronti a seguire Conte nell'esperienza di una sua lista. Ma nel frattempo Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti continuano a spingere per un patto di legislatura in grado di blindare il premier e il governo.

Le frecciatine rivolte a Italia Viva restano le stesse: con un misero 4% non entrerete in Parlamento. Tuttavia Renzi non sembra essere intimorito: "A noi la soglia del 5% va benissimo, è il proporzionale che non ci va bene. Serve il maggioritario, solo così scelgono i cittadini".

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