È nata lo scorso 11 dicembre Italia23, promossa dal senatore Raffaele Fantetti del Maie (il Movimento associativo italiani all'estero). Italia23 ha già un sito internet attarverso cui svela e approfondisce la propria identità: si tratta di un'associazione formata da "un gruppo di esperti della società civile impegnato nell’analisi e nella soluzione di problemi complessi, specie in campo politico-economico". Ma la domanda che nel palazzo ci si sta facendo da qualche giorno è la seguente: potrebbe essere già nato il partito di Giuseppe Conte?
Lo slogan è "Per un nuovo slancio all'Italia". Non a caso l'obiettivo è quello di disegnare e proporre, settore per settore, l’Italia che si vorrebbe nel 2023. Proprio per quell'anno è prevista la scadenza naturale di questa legislatura, che comunque potrebbe essere interrotta in anticipo se Italia Viva farà sul serio e determinerà la fine dell'esperienza con Movimento 5 Stelle e Partito democratico. Nella homepage saltano subito all'occhio i maxi temi che somigliano molto a una sorta di programma elettorale: si parla di infrastrutture, trasporti, logistica, investimenti, ambiente, sviluppo, digitale, cultura, Mezzogiorno, turismo, difesa ed esteri.
Il nuovo partito di Conte?
C'è inoltre la sezione "Gruppo parlamentare": al momento è vuota, ma presto potrebbe essere piena di nomi e cognomi di coloro che aderiranno ufficialmente al progetto. Si sospetta infatti che possa essere un contenitore nel quale far nascere, prima in Parlamento e poi nelle urne, il partito del presidente del Consiglio di cui vi abbiamo già parlato nei giorni scorsi. Le voci palazzo lasciano intendere che a sposare la causa saranno quei centristi pronti a sostenere il governo facendo da scudo agli ultimatum di Matteo Renzi che continua a minacciare di far crollare tutto. Non è da escludere che addirittura diversi renziani possano abbandonare il gruppo di Italia Viva in caso di crisi.
In tal modo Conte potrebbe far a meno dei renziani grazie al supporto dei cosiddetti "responsabili", dando così vita a una serie di presupposti per una futura lista guidata dallo stesso premier. Ma quali potrebbero essere i profili pronti ad aderire a Italia23? Il Fatto Quotidiano ha provato a stilare un elenco di papabili: molto probabilmente i primi potrebbero essere gli ex grillini Elisa Ragusa, Gloria Vizzini, Gregorio De Falco, Gianni Marilotti e Luigi Di Marzio. Affascinati dal progetto sarebbero anche i centristi Paola Binetti, Antonio Saccone e Antonio De Poli e i senatori vicini a Giovanni Toti come Berutti, Quagliariello e Romani.
Il premier sceglie ancora la strada del silenzio: è stato ovviamente informato dell'iniziativa, ma per ora preferisce non esprimersi almeno pubblicamente. Qualcosa comunque inizia a muoversi: il gruppo potrebbe proteggerlo dalle offensive di Italia Viva, portarlo sano al 2023 e poi farsi capitanare proprio da Conte in occasione delle elezioni Politiche. È da considerarsi come un'ancora di salvataggio in Parlamento, anche perché al ritorno anticipato alle urne ci credono in pochi. Un senatore d'opposizione ha rivelato a La Verità che in realtà di movimenti simili ne esistono molti e Italia23 è solamente l'ultimo a essere spuntato fuori. La convinzione è che se Renzi metterà in pericolo la legislatura, il gruppo misto (che oggi conta 30 senatori) "si gonfierà a dismisura, con arrivi da Forza Italia e da Italia viva, e si andrà avanti, magari con qualche scossone e un bel rimpasto".
Non sarebbe di certo una novità che un presidente del Consiglio - messo a dura prova dalle forze che lo sostengono - dia vita a un proprio partito per esprimere una personale visione politica. Mario Monti e Matteo Renzi, seppur con modalità differenti, ce lo insegnano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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