Legge elettorale ed elezioni regionali, questi alcuni dei temi affrontati nelle ultime ore da Giorgia Meloni, prima dal palco di "Notte di mezza estate" a Roma e poi nella trasmissione "In Onda" su La7.
"Per noi l'Italia viene prima di tutto. Poi vorremmo che fosse rappresentata da persone migliori. Vorremmo che fosse rappresentata da un presidente del Consiglio che non sta lì per un capriccio della storia, tirato fuori da un cilindro nell'ennesimo inciucio di palazzo", attacca la leader di FdI. "Avremmo voluto che ci fosse un presidente del Consiglio con la forza di una legittimazione popolare. Continuiamo a batterci perchè gli italiani possano avere presto libere elezioni e scegliersi i propri rappresentanti, perchè siamo noi a fare le battaglie per la democrazia, mentre gli altri tramano".
E qui la Meloni svela il piano progettato dai giallorossi per realizzare una legge elettorale perfetta per rispondere alle loro esigenze. "L'ultima trovata della sinistra è che mentre noi rischiamo che il 40% delle aziende italiane non sopravviva, mentre rischiamo una vera e propria ecatombe occupazionale, mentre abbiamo il terrore di un altro lockdown, loro si stanno invece occupando della legge elettorale", spiega il presidente di Fratelli d'Italia.
"La sinistra vuole accelerare su una nuova legge elettorale che vogliono far approvare ai primi di agosto, facendo affidamento sul fatto che magari gli italiani cercano un po' di spensieratezza e non se ne accorgono. Che legge elettorale? Un proporzionale puro che significa l'impossibilità di avere una maggioranza coesa, e addirittura una legge elettorale nella quale tolgono il vincolo di qualunque coalizione (trattandosi appunto di proporzionale), l'indicazione del leader di partito e addirittura l'obbligo di presentazione del programma". Insomma un ritorno al passato, alle condizioni"della Prima Repubblica". "Cioè vi dicono 'venite a votare', ma i parlamentari li hanno scelti loro perchè li hanno inseriti in una lista bloccata, le alleanze non si sa quali siano, i capi di partito neanche e il programma nemmeno. E che andate a votare a fare? Vi rendete conto del delirio?", domanda la Meloni. "Giocare con la democrazia, fregarsene di quello che vogliono gli italiani e occuparsi sempre ed esclusivamente della propria poltrona dei propri interessi e dei loro amici degli amici degli amici. Ecco cosa la sinistra sta brigando per fare. Se noi consentiamo che ciò accada è finita. Non avremo più la possibilità di scegliere un governo nè di comprendere quali alleanze verranno fatte in Parlamento".
Il progetto del centrodestra è invece totalmente diverso, ribadisce con orgoglio la leader di FdI, che parla ancora una volta del progetto di far eleggere direttamente agli italiani anche il presidente della Repubblica. "Noi invece spingiamo proprio per il contrario. Gli italiani devono scegliere il singolo parlamentare, ci vuole l'obbligo di presentare le alleanze, di essere vincolati al proprio programma ed elezione diretta anche del presidente della Repubblica. Poi voglio vedere se ci arriva Romano Prodi a fare il presidente se lo scelgono i cittadini", aggiunge con ironia.
Obiettivo imminente sono ovviamente le prossime consultazioni elettorali. "A settembre si vota per le elezioni regionali. Una tornata in cui Fdi esprime due candidati alla presidenza, in Puglia e nelle Marche. Se dovesse vincere il centrodestra daremo un altro forte segnale in Italia, se mai dovesse servire ancora, per far capire da che parte stanno gli italiani. Perchè gli italiani non vogliono il governo fatto da queste persone barricate dentro ai palazzi, vorrebbero un governo di persone scelte da loro".
Ma cosa accadrebbe se i giallorossi fossero nuovamente sconfitti? "Se la democrazia in Italia ha ancora valore, quando si vota in regioni così importanti, se ancora una volta si dovesse affermare che il popolo sta da un’altra parte, penso che ognuno dovrebbe fare le proprie valutazioni", spiega la Meloni.
"L’istituto dello scioglimento anticipato delle Camere, è lo strumento di cui dispone il presidente della Repubblica quando dovesse rendersi conto che c’è una distanza siderale tra quello che vuole la gente e quello che accade nel Palazzo", conclude.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.