Meloni contro i nazisti. Ma all'Anpi non basta: "Ha omesso i fascisti"

La premier celebra le 335 vittime di Roma. E la sinistra non perde l'occasione per attaccarla

Meloni contro i nazisti. Ma all'Anpi non basta: "Ha omesso i fascisti"
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Sono passati ottant'anni. E alle Fosse Ardeatine è tempo di commemorazioni ma anche di polemiche: le condanne da parte della destra di governo della furia nazista non bastano mai. Non sono mai sufficienti. Sono sempre accolte con un retropensiero critico.

«Oggi - afferma Giorgia Meloni - l'Italia onora e rende omaggio alla memoria delle 335 vittime dell'eccidio delle Fosse Ardeatine, terribile massacro perpetrato dalle truppe di occupazione naziste. L'eccidio delle Ardeatine è una delle ferite più profonde e dolorose inferte alla nostra comunità nazionale e ricordare cosa accadde ottant'anni fa è un dovere di tutti».

Parole nette e definitive che tutti potrebbero sottoscrivere. Eppure c'è chi trova da ridire e attacca la premier. «Ancora una volta - si indigna Gianfranco Pagliarulo, presidente dell'Anpi - la presidente del consiglio omette e confonde. Non parla delle responsabilità dei fascisti a cominciare dal questore Caruso che fu condannato a morte per aver approntato la lista di 50 persone da sopprimere alle Ardeatine».

No, quello che ha detto Meloni a Pagliarulo non basta proprio. E va avanti: «Non dice che le vittime furono in grande maggioranza antifascisti ed ebrei. È la solita rilettura capziosa della storia che tende sempre a coprire le responsabilità dei fascisti e a negare il valore dell'antifascismo. Un'altra occasione perduta».

Insomma, gira e rigira, Pagliarulo vorrebbe sempre un'abiura solenne, una presa di distanza da Mussolini e da Salò, forse vorrebbe che la premier si cospargesse il capo di cenere, rinnegando le proprie radici politiche. E dunque controprocessa le frasi scandite dal presidente del consiglio.

Ma non c'è solo Pagliarulo. Anche il leader della sinistra radicale Nicola Fratoianni va all'assalto di Palazzo Chigi e mette nel mirino un passaggio del discorso della premier, quello in cui Meloni spiega che l'eccidio arrivò «come rappresaglia dell'attacco partigiano di via Rasella».

Fratoianni si strappa le vesti: Meloni «un anno fa disse che alle Fosse Ardeatine erano stati uccisi dai nazisti perché Italiani. Ora scrive che furono uccisi dai nazisti per rappresaglia dell'attacco partigiano in via Rasella. A Giorgia Meloni proprio non riesce dire che furono uccisi dai nazisti e dai fascisti perché erano antifascisti. È più forte di lei».

Insomma, si scandaglia il discorso della premier come fosse lo scritto di una prova di esame e si cercano, parola per parola, possibili sviste, mancanze, assonanze politicamente scorrette. Al coro degli indignati si unisce anche il segretario di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo: «Giorgia Meloni, Ignazio La Russa e gli altri leader del partito erede del Fascismo chiedano finalmente perdono per i crimini commessi contro il popolo italiano».

In realtà, da parte dei leader di Fratelli d'Italia è un susseguirsi per tutto il giorno di frasi che stigmatizzano l'abisso di quei momenti tragici. «È nostro dovere - afferma il presidente del Senato Ignazio La Russa - custodire la memoria dell'eccidio delle Fosse Ardeatine, una delle pagine più buie della nostra storia. Quanto avvenne il 24 marzo 1944 è un orrore di fronte al quale ci si può solo inchinare».

Per Tommaso Foti, capogruppo alla Camera di Fratelli d'Italia, «il massacro fu una barbarie che suscita ancora oggi sgomento e vergogna». Infine il ministro dell'agricoltura Francesco Lollobrigida: «Come lo scorso anno mi sono recato alle Fosse Ardeatine.

È per me occasione di riflessione e raccoglimento in totale anonimato. Questa volta ho trovato il collega ministro Sangiuliano e la collega della cultura tedesca Claudia Roth. E per la prima volta ho partecipato a una cerimonia ufficiale. È un dovere non dimenticare».

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