Meloni: "Un sistema che ho denunciato". E Fdi affonda sul Pd: sodali, non solidali

La premier: la gestione dei flussi è terreno fertile per i criminali. Il (quasi) silenzio dem

Meloni: "Un sistema che ho denunciato". E Fdi affonda sul Pd: sodali, non solidali
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Il picco arriverà oggi, quando alle 12.15 i ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi terranno l'attesa informativa sul caso Almasri. Alla fine, con tanto di diretta tv. Insomma, il palcoscenico perfetto per far salire ulteriormente i decibel dello scontro tra maggioranza e opposizione. D'altra parte, il centrosinistra sta cavalcando da giorni la vicenda del rilascio del generale libico Osama Almasri, puntando il dito contro Giorgia Meloni che ne avrebbe favorito la liberazione per evitare ritorsioni del governo libico che, di fatto, ha un ruolo decisivo nella gestione delle partenze verso Lampedusa e il resto della Sicilia. Così, anche per preparare il terreno in vista dell'annunciato confronto-scontro che andrà in scena oggi tra Camera e Senato, la premier decide di affondare il colpo sull'inchiesta della procura Antimafia di Salerno che lunedì ha portato all'arresto di Nicola Salvati, tesoriere del Pd in Campania, accusato insieme ad altre 35 persone di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. «L'inchiesta della Dda di Salerno - scrive sui social Meloni - ha portato a 36 indagati e svelato oltre duemila richieste false di permessi di soggiorno. E conferma ancora una volta quanto denunciato dal governo: per anni, la gestione dei flussi migratori è stata terreno fertile per criminali senza scrupoli». La premier non cita espressamente il dirigente del Pd coinvolto, ma è inevitabile supporre che la sua presenza tra gli arrestati sia uno dei motivi che l'hanno portata a puntare pubblicamente i riflettori sull'inchiesta di Salerno. Con un messaggio chiaro: quelli che rimproverano al governo di aver liberato Almasri nonostante il rischio di aprire una crisi diplomatica (e quindi migratoria) con la Libia, sono gli stessi che a giugno l'avevano accusata di propaganda per aver presentato un esposto in procura sui «finti» migrati regolari e che poi sfruttano in prima persona e in maniera illecita la gestione dei flussi. Quello di Salerno, aggiunge Meloni, è «un sistema che speculava sull'immigrazione, sfruttando cittadini stranieri disposti a pagare pur di ottenere un permesso di soggiorno e alimentando un giro d'affari illecito da milioni di euro».

Alla parole della premier, seguono a batteria le dichiarazioni di deputati e senatori di Fdi. Molti dei quali chiamano in causa direttamente il Pd. «Tra i 36 arrestati c'è anche il tesoriere campano dei dem. Insomma, una certa sinistra sembra essere più sodale coi trafficanti che solidale coi migranti», affonda il capogruppo alla Camera Galeazzo Bignami. E sulla stessa linea è il suo vice vicario. «Mentre il Pd attacca il governo sulle politiche migratorie, un grave scandalo colpisce i suoi stessi dirigenti», dice Manlio Messina. Anche la Lega punta dritto sul partito di Elly Schlein. «Siamo sconcertati - ironizza il vicepremier Matteo Salvini - da queste notizie che coinvolgono i buoni e generosi del Pd. Se le accuse fossero confermate sarebbe gravissimo». Più sottotraccia Forza Italia, dove l'unico a intervenire sulla vicenda è il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri. Anche lui chiama in causa Salvati: «I presunti difensori dei diritti umanitari, uno dopo l'altro, vengono smascherati dalla realtà dei fatti». Dall'opposizione, l'unica replica di peso è quella del M5s con Giuseppe Conte, mentre nel Pd parla solo il tesoriere nazionale Michele Fina («Salvati è stato sospeso in via cautelativa, mentre una ministra già rinviata a giudizio è ancora al suo posto»).

È con queste premesse che si arriva all'informativa di oggi.

Con il centrodestra che - vista anche la diretta tv - sembra intenzionato a mettere la sordina all'appuntamento, tanto che alla Camera si è deciso d'intesa che non interverranno i capigruppo (per Fdi dovrebbe toccare a Giovanni Donzelli, per Forza Italia a Giorgio Mulè). Approccio diametralmente opposto a quello che avrà invece l'opposizione.

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