È stata la prima presidente donna a capo dell'organizzazione giovanile della destra, il ministro più giovane della storia della Repubblica italiana, la prima donna a fondare un partito. Ora è anche la prima esponente del gentil sesso a guidare una grande famiglia politica europea. Giorgia Meloni è la nuova presidente dell'Ecr, il gruppo che riunisce i conservatori e i riformisti, e succede al ceco Jan Zahradil, che ha tenuto la carica per 11 anni. L'Ecr ha solidi rapporti internazionali e relazioni consolidate con le famiglie conservatrici in tutto il mondo e in Europa ha una diversa collocazione rispetto ai sovranisti duri e puri di Identità e Democrazia e alla famiglia dei Popolari europei.
Per Giorgia Meloni si tratta naturalmente di un'ulteriore tappa all'interno di un lungo percorso di crescita, un cammino che inevitabilmente ha come prospettiva quella di lanciare la sfida più ambiziosa, quella per la guida dell'Italia, acquisendo sempre di più lo standing per interloquire con tutti anche a livello internazionale senza lo stigma della impresentabilità. Nella mente della nuova guida dell'Ecr c'è, spiegano da FdI, la volontà di dialogare soprattutto con quella parte del Ppe che soffre per l'eccessivo schiacciamento su posizioni di centrosinistra e con quelli che, nel gruppo di Identità e Democrazia (la famiglia politica a cui appartiene la Lega), non si accontentano di dire sempre no. L'obiettivo, insomma, è «allargare i confini dell'Ecr». Ora Giorgia Meloni andrà a Bruxelles e farà un primo giro di orizzonti per stabilire un piano di lavoro. L'idea di fondo è anche quella di cercare di riequilibrare il baricentro del gruppo molto spostato a est, meno Visegrad insomma e più Mediterraneo.
L'«operazione Ecr» è frutto del lavoro di Carlo Fidanza, capo delegazione di Fratelli d'Italia al Parlamento europeo, e di Raffaele Fitto. Sono stati loro, di fronte alla necessità di rinnovare le cariche, a sondare gli interlocutori europei dei vari Paesi e a registrare la loro disponibilità a guardare verso l'Italia e verso un partito in crescita come FdI. A quel punto gli stessi Fitto e Fidanza hanno deciso di puntare in alto e hanno chiesto a Giorgia Meloni di scendere in campo. Dopo una notte di riflessione la presidente di Fratelli d'Italia ha accettato. La sua candidatura è stata accolta con entusiasmo dagli altri partner del gruppo, soddisfatti della discesa in campo di una leader nazionale conosciuta a livello internazionale. Alla fine tutti i rappresentanti hanno apposto la loro firma sulla proposta italiana.
«È un grande onore, la famiglia dei conservatori decide di riporre in me la sua fiducia, ringrazio Fitto e Fidanza per la mia candidatura» dice Giorgia Meloni che rivela di aver parlato al telefono con Silvio Berlusconi «e di averlo sentito sinceramente contento». «Questa nomina dimostra che c'è un'Italia che può essere centrale in Europa mantenendo la sua criticità rispetto all'attuale assetto europeo, dimostra che c'è una destra moderna e di governo che non è isolata a livello internazionale e che sicuramente renderebbe l'Italia molto più centrale, una volta al governo della nazione. L'Ecr - aggiunge - è l'opzione di vuol stare in Europa a testa alta, difendendo gli interessi nazionali».
Carlo Fidanza si dice «felice e orgoglioso di avere contribuito al risultato», Raffaele Fitto saluta l'elezione come «una chance per il futuro» e Francesco Lollobrigida sottolinea come la Meloni «renda protagonista la destra italiana, non più confinata in recinti».
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