Il ministro Lorenzin sfuma il divieto: «Nessuna censura al tabacco nei film»

Il fumus persecutionis del ministro Beatrice Lorenzin nei confronti dei fumatori non è un semplice sospetto. Ma una certezza. Che però- sarà per via dell'argomento?- ogni tanto si disperde. Come le sue argomentazioni. Che un giorno si addensano come plumbee nuvole di nicotina sugli sciagurati «schiavi dele bionde» salvo poi diradarsi, se non in nome della libertà che vorrebbe negarci, magari per una più prosaica ragion di Stato (a proposito: da oggi il prezzo aumenta).

Così dopo aver ammonito il popolo dei tabagisti annunciando che presto sarà loro vietato «spipazzare» in automobile (se al fianco ci sono bambini o donne incinte), la «giacobina» responsabile della pubblica Salute aveva provato nei giorni scorsi a minacciare anche il mondo dello spettacolo. Nelle sue velleitarie intenzioni quella di censurare scabrose scene di fumo dai film. «Pessimo esempio per i giovani e rischio di spirito d'emulazione», la dubbia tesi. Adesso, di fronte all'intossicazione generale (da esasperato proibizionismo), la responsabile del dicastero ci regala una boccatina d'ossigeno. «Non ho mai detto che il fumo debba essere vietato nelle scene dei film. Semmai un invito al mondo dell'arte a diventare un alleato della prevenzione». Un centinaio di autori e registi- dall' Archibugi a Sorrentino, da Muccino a Salvatores- le avevano appena fatto sapere quanto ritenessero «inaccettabile» l'idea. «Autori e registi - recita la loro lettera - hanno solo una missione che è quella di proporre nuove storie, idee e sguardi per raccontare il Paese. Che è anche l'unico modo per far crescere e rafforzare quella industria dell'immaginario dove ogni spettatore possa ancora meravigliarsi, stupirsi, scoprire quello che non sa e prendere le distanze da modelli di comportamento che non condivide, proprio perché ha la possibilità di vederli rappresentati. Per questo invitiamo il governo a fare subito un passo indietro su un disegno di legge che potrebbe limitare il racconto della vita dei personaggi, violando quella libertà di espressione che è alla base della nostra vita democratica».

Il ministro della Salute abbozza, ma si intuisce quanto la sua sia una «ritirata» strategica. Obbligata ma non definitiva. «L'arte sia alleata della prevenzione. Io non faccio lo sceneggiatore ma il ministro e in Italia la pubblicità occulta è vietata». Il calumet della pace Lorenzin non lo fuma.

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