Il "miracolo" dei grillini: la povertà non è sparita e affonda anche il Nord

Nel 2020 record di indigenti dal 2005: sono 2 milioni di famiglie e 5,6 milioni di individui

Il "miracolo" dei grillini: la povertà non è sparita e affonda anche il Nord

Non era mai stato registrato un dato del genere. Mai, da quando nel 2005 l'Istat ha iniziato a calcolarla: la «povertà assoluta» ha inghiottito lo scorso anno 5,6 milioni di persone, pari a circa 2 milioni di famiglie. Il balzo è netto rispetto all'anno precedente: i nuclei familiari in questa condizione sono passati dal 6,4% del 2019 al 7,7 per cento.

L'emergenza sanitaria del Covid ha innescato quella economica e non sono bastati gli aiuti per attutire l'impatto. Sembrano quindi ancor più lontane nel tempo le immagini di un Movimento Cinque Stelle che nel settembre 2018, con l'approvazione del reddito di cittadinanza, festeggiava dal balcone di Palazzo Chigi «l'abolizione» della povertà.

Il Covid era ancora di là da venire ma quel sussidio ha mostrato nel tempo i suoi limiti, generando storture per cui ora lo stesso M5s chiede di introdurre delle modifiche. Il mancato accompagnamento della misura a una riforma delle politiche attive del lavoro ha innescato logiche assistenzialistiche con effetti ora paradossali: il dialogo difficile tra domanda e offerta, con le criticità denunciate dalle attività economiche nel trovare lavoratori stagionali proprio in piena ripresa. Tanto che i pentastellati studiano emendamenti per porvi rimedio.

Anche se ieri, alla notizia dei dati Istat sulla povertà, hanno rivendicato invece la funzione del reddito di cittadinanza nell'anno della pandemia, un argine rispetto a scenari ancora peggiori: «Si è rivelato un fondamentale strumento di protezione sociale in questo anno drammatico - scrivono i senatori grillini - Senza questa misura l'emergenza che stiamo vivendo avrebbe avuto un impatto pesantissimo per milioni di famiglie italiane, che hanno potuto mettere insieme il pranzo con la cena, anche grazie al pacchetto di interventi varati in piena emergenza dal governo Conte 2. Chi attacca strumentalmente il reddito che è e resta una misura di giustizia sociale, che va rafforzata, farebbe bene ad approfondire l'indagine dell'Istat».

Si riferiscono al cosiddetto indice di «intensità della povertà» rilevato dall'indagine, ovvero quanto è forte la povertà tra i poveri: è diminuito dal 20,3% al 18,3 per cento. Grazie ai sussidi molte famiglie sono rimaste vicine alla soglia della povertà, senza scivolare ancora più giù. Per questo per la sottosegretaria all'Economia Maria Cecilia Guerra (Leu), «bisogna rafforzarlo per le famiglie con minori. I poveri non sono persone sedute sul divano a poltrire perché prendono il sussidio: per tantissimi lavoratori è che il salario percepito che non garantisce una vita dignitosa».

Secondo l'Istituto di statistica, l'incidenza della povertà dei nuclei familiari è cresciuta soprattutto al Nord, arrivata al 7,6% dal 5,8% del 2019. Le famiglie povere vivono per il 47% al Nord contro il 38,6% del Mezzogiorno. Sono così oltre 2,5 milioni i poveri assoluti residenti nelle regioni del Nord (il 45,6% del totale) contro i 2,2 milioni nel Mezzogiorno. E in totale ci sono 1,3 milioni di minori in condizioni di povertà assoluta.

«Quelle tante persone che tiravano avanti a fine mese grazie a lavoretti saltuari sono stati i primi a saltare, era abbastanza normale che sarebbe successo: da noi le code per il pane e il cibo non sono mai cessate, anzi si sono allungate un po' di più - dice Luigi Rossi, vicepresidente dell'associazione di volontariato Pane Quotidiano Milano - Nell'ultimo periodo abbiamo visto un aumento nei nostri passaggi del 15%, fino a 4mila persone al giorno. Chi era già sulla soglia della povertà ha avuto la mazzata finale. La vera sfida sarà quando finiranno gli ammortizzatori sociali».

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