Due tonnellate di marmo travertino capaci di scontentare tutti. La statua dedicata alla porchetta posta a Trastevere, storico quartiere centrale di Roma, ha fatto accapponare la pelle praticamente a tutti.
Ma come ci è finita lì? L'"opera" è stata realizzata da Amedeo Longo, uno studente al primo anno di magistrale alla Rome University of Fine Arts. L'istituto partecipa insieme al Municipio I della Capitale (quello, per intenderci, che comprende quartieri rinomati come Prati, Testaccio, l’Esquilino e appunto Trastevere) al progetto "Piazze Romane", che nella mente degli amministratori dovrebbe (o avrebbe dovuto?) arricchire 8 slarghi del centro città con opere d'arte contemporanea.
Sono piazza Poli, piazza Giuseppe Gioacchino Belli, piazza Cardelli, piazza di Pasquino, piazza Borghese, piazza del Teatro di Pompeo, via della Frezza e la piazza San Giovanni della Malva a Trastevere che da poche ore può sfoggiare un monumento a sua maestà la porchetta.
Secondo lo scultore l'opera è un tentativo di valorizzare del made in Italy, e in questo senso il titolo scelto è: “Dal panino si va in piazza”.
Ma pur essendo una lettura originale, e "in armonia" con l'ambiente circostante fatto di piccole taverne, street food e cibo tipico, l'installazione è davvero nemica del buon gusto. Resterà lì fino a settembre (e chissà cos'altro salterà fuori nelle altre piazze nel frattempo), a meno che non venga rimossa prima vista la sollevazione popolare sia cittadina che istituzionale. Sui social è partita la rivolta dei singoli, mentre la Lega Nazionale per la Difesa del Cane chiede a gran voce la sua rimozione poiché simbolo della "barbarie" contro gli animali.
A livello politico, c'è chi ha approfittato per contestare il
sindaco Virginia Raggi, anche se in realtà è lo stesso Movimento 5 Stelle a scagliarsi contro i "responsabili", ossia il Pd, che governa il I Municipio, e la sua Presidente Sabrina Alfonsi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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