Un Paese guidato da un leader accusato di essere un criminale di guerra è a capo del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. No, non è un pesce d'aprile. Sembra assurdo, e probabilmente lo è, ma da ieri la Russia ha assunto la presidenza dell'organismo delle Nazioni Unite che, e questa è davvero una beffa, ha il compito di mantenere la pace e la sicurezza globali. Incredibile ma vero. E purtroppo inevitabile. La Russia è infatti uno dei cinque membri permanenti del Consiglio dell'Onu, peraltro con diritto di veto, e assume per un mese la carica che viene assegnata a rotazione tra i vari stati. Grottesco che il ministro degli Esteri di Mosca Sergey Lavrov presiederà un dibattito sul «multilateralismo effettivo» e sulla protezione dei principi stabiliti nella Carta delle Nazioni Unite. Ed oltre a un dibattito sul processo di pace in Medio Oriente, tra i temi all'ordine del giorno dell'agenda della presidenza russa c'è anche l'evacuazione dei bambini ucraini dalla zona del conflitto. Imbarazzante. Perché si tratta del tema per cui il mese scorso il presidente russo Vladimir Putin è diventato il primo capo di Stato di un membro permanente del Consiglio di sicurezza dell'Onu verso cui è stato emesso un mandato di arresto dalla corte penale internazionale. L'accusa è di aver organizzato, pianificato e realizzato un piano di deportazione di bambini ucraini sul territorio russo che ha portato oltreconfine migliaia di minori. Un momento di enorme imbarazzo nell'istituzione, rivelato anche da dichiarazioni ufficiose di numerosi rappresentanti. Chi invece esterna tutta la sua rabbia, ovviamente, è l'Ucraina. «La presidenza russa del Consiglio di Sicurezza dell'Onu è uno schiaffo in faccia alla comunità internazionale», ha scritto sui social il ministro degli Esteri Dymytro Kuleba. «Esorto gli attuali membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a contrastare qualsiasi tentativo russo di abusare della sua presidenza», ha aggiunto. «Non è solo una vergogna. È un altro colpo simbolico al sistema di regole delle relazioni internazionali», ha detto il collaboratore della presidenza ucraina Andrij Yermak.
Anche se Maurizio Massari, ambasciatore per l'Italia alle Nazioni Unite, spiega che si tratta di un fatto meramente tecnico che «non va sopravvalutato», negli ultimi mesi Kiev ha messo in dubbio che la Russia abbia effettivamente diritto al seggio permanente, dal momento che Mosca lo ha di fatto ereditato dall'ex Unione Sovietica senza che gli venisse assegnato tramite voto. «Tutto legittimo, accise infondate», la replica di Mosca. Per statuto delle Nazioni Unite è difficilissimo se non impossibile l'eliminazione di un membro permanente del Consiglio anche se «un paese che viola in modo flagrante la carta delle Nazioni Unite e invade il suo vicino non ha posto nel Consiglio di sicurezza ma sfortunatamente la Russia è un membro permanente e non esiste alcun percorso legale internazionale per cambiare questa realtà», ha rivelato alla CNN un portavoce della missione Usa alle Nazioni Unite che ha voluto rimanere anonimo.
Ad aggiungere paradosso all'assurdità, il fatto che le nuove linee guida della politica estera russa decise da Putin, oltre a sottolineare l'importanza della partnership con Cina e India, identifica negli Stati Uniti come il vero nemico di Mosca per cui, come si legge nel documento, «la Russia intende dare la priorità all'eliminazione delle vestigia del dominio Usa e di altri paesi
ostili nella politica mondiale». Chissà se e in che modo, il fedelissimo Lavrov porterà queste istanze alle Nazioni Unite, che incidentalmente hanno sede a New York. L'ennesimo cortocircuito di una situazione tragicomica.
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