Le multe Ue? Fatele pagare agli ecologisti

La paghiamo cara sull'energia: grazie ai Verdi e alle associazioni ambientaliste che ci hanno ingannato

Le multe Ue? Fatele pagare agli ecologisti

La Ue ci ha comminato 40 milioni di multa; più altri 40 ogni sei mesi se non ci diamo una mossa sulla gestione dei rifiuti. Peggio per noi. Ci siamo fatti ingannare e la paghiamo cara. La paghiamo cara sull'energia: grazie ai Verdi e alle associazioni ambientaliste che ci hanno ingannato, le famiglie e le imprese italiane pagano il chilovattora elettrico più caro del mondo. Anzi - potete verificare da soli - la vostra bolletta elettrica è raddoppiata in soli sette anni, sebbene Prodi a suo tempo vaneggiava di riduzioni grazie al sole e al vento che, secondo lui, erano gratis.

E paghiamo caro l'ascoltare quelli che pontificano sulla raccolta differenziata, su quella porta-a-porta, e su comiche del tipo: «I rifiuti sono una ricchezza e dobbiamo venderli» (copyright Beppe Grillo). Ancora oggi si scende in piazza contro inceneritori come quelli che hanno tutti i paesi della stessa Ue che ci sta sanzionando. Eccoli i risultati: le nostre città sono una discarica a cielo aperto. Fateci caso: è decuplicato il numero di immondi cassonetti. Da Trieste a Modena, da Modena a Roma, è un fiorire di monnezza per strada. Contemporaneamente, la tassa sui rifiuti è cresciuta a dismisura. Per forza: stiamo adottando il modo più inefficiente e, parimenti, più costoso, di affrontare un problema altrimenti semplice, già affrontato e risolto ovunque nel mondo civilizzato.

Nei corridoi del ministero più pleonastico che c'è - si chiama dell'Ambiente e del Territorio, ma s'è dimostrato incapace di curarsi d'entrambi - è circolata una stravagante brochure secondo la quale (cito alla lettera) incenerire i rifiuti: 1) inquina, 2) uccide e continuerà a uccidere, 3) non elimina le discariche, 4) spreca energia, 5) non aiuta l'occupazione, 6) è una pratica superflua se si adotta la strategia rifiuti-zero.

Posto che l'incenerimento dei rifiuti è il modo più sicuro per la salute e più rispettoso dell'ambiente che c'è, v'è da dire che nessuno pretende di eliminare le discariche. Solo che senza inceneritori ce ne sono di più. Quanto all'energia, ogni attività umana, nessuna esclusa, e quindi anche la gestione dei nostri rifiuti (a cominciare dalla raccolta), usa energia. La produzione di calore da incenerimento può però mettersi a frutto. Per dire, negli Stati Uniti vi sono quasi duemila impianti d'incenerimento, e quelli dai quali si produce elettricità forniscono oltre 2 GW elettrici. Che è niente, ma è pur sempre venti volte di più di quel che forniscono, sempre negli Usa, gli impianti fotovoltaici.

Pensate - dice la brochure - l'inceneritore di Brescia ha solo 80 dipendenti. Logica stravagante. Quello di Brescia si cura dei rifiuti di due milioni di persone, che possono permettersi di fare altre cose proprio perché sono solo 80 quelli che fanno gli spazzini per tutti. O sarebbe meglio che ciascuno di noi facesse lo spazzino dei propri rifiuti, sì da essere, tutti, felicemente «occupati»? Quella poi di non volere inceneritori in nome di un non meglio identificato obiettivo di rifiuti-zero, è una bischerata sesquipedale, buona per i per gonzi: come non volere gli ospedali per perseguire la strategia malattie-zero.

L'Austria (otto milioni di abitanti) porta 6 milioni di tonnellate l'anno di rifiuti in impianti di incenerimento, uno dei quali, enorme, si trova nel bel mezzo di Vienna, visitabile, e visitato, dai turisti.

In sintonia con uno schema, a livello internazionale ormai consolidato, per la chiusura del ciclo di gestione dei rifiuti: 1) raccolta differenziata solo fino al raggiungimento della saturazione del mercato delle materie recuperate; 2) recupero di materiale combustibile di qualità dai rifiuti che rimangono a valle della raccolta differenziata; 3) incenerimento con produzione di energia elettrica e calore della parte residua (separata da metalli e inerti) dalle due fasi precedenti; 4) smaltimento in discarica solo dei residui provenienti dalle tre fasi precedenti. Noi non facciamo nulla di tutto questo. Peggio per noi.

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