Muore a 38 anni in sala operatoria durante la fecondazione assistita

BariDa tempo sognavano di diventare genitori, e così alla fine avevano deciso di intraprendere la strada della fecondazione assistita. Ma quello che doveva essere l'inizio di un percorso verso la felicità, si è trasformato all'improvviso in tragedia, un drammatico istante che ha spazzato via sogni e speranze cancellando per sempre il destino di una donna di 38 anni: lei, Arianna Acrivoulis, è morta durante l'intervento di agoaspirazione ovarica nell'ospedale Florenzo Jaja di Conversano, una quarantina di chilometri da Bari. Era entrata in sala operatoria alle 8,30, il marito era fuori insieme ad altra gente in attesa, ma dopo alcune ore il cuore della paziente ha cessato di battere. In ospedale non c'è il reparto di rianimazione ed è stato quindi organizzato il trasferimento d'urgenza al Policlinico di Bari. Ma ormai era troppo tardi. «Siamo sconvolti, non doveva andare così», dice la sorella Alessandra. Che aggiunge: «Erano una coppia felice, il loro più grande desiderio era avere un figlio, vivevano per quello». Il cognato della vittima, Giuseppe Digesù, racconta: «A noi in ospedale hanno detto che la morte potrebbe essere stata provocata anche da una reazione allergica, in questo momento mi sembra tutto così assurdo».

La procura di Bari ha aperto un'inchiesta dopo la denuncia presentata ai carabinieri dal padre della 38enne. Gli investigatori hanno acquisito la cartella clinica. E due medici sono già stati iscritti nel registro degli indagati per cooperazione in omicidio colposo. Le indagini sono dirette dal sostituto procuratore Luciana Silvestris, che ha disposto l'autopsia. Ma sulla tragedia vuol vederci chiaro anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ha inviato a Conversano gli ispettori dell'unità di crisi permanente: una task force composta da carabinieri del Nas, dirigenti ed esperti di Ageneas (l'agenzia nazionale per i servizi sanitari) e rappresentanti delle Regioni. Una prima relazione sarà trasmessa entro 48 ore a Roma; un'indagine interna è stata aperta anche dalla direzione generale della Asl.

Il centro di Conversano è noto a livello nazionale e qui arriva gente da diverse regioni

italiane. «La paziente - dichiara il responsabile Giuseppe D'Amato – ha avuto un incidente del quale cerchiamo la causa che, sommariamente, è estranea alla procedura di fecondazione assistita al quale si stava sottoponendo».

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