«Nascosti», stropicciati, maschili o a vita alta Più pantaloni che gonne

Valentino punta sul romanticismo floreale e sulla forza, Givenchy mescola più tendenze

di

Parigi «Choose France» ha detto Emmanuel Macron lunedì scorso durante la cena offerta all'Eliseo per la settimana delle sfilate di Parigi. La première dame vestita come sempre Vuitton ha rincarato la dose raccontando di quando è scesa per la prima volta da un aereo di Stato e si è sentita chiedere di chi era il suo abito. «Da allora ha proseguito viaggio con voi che mi aiutate enormemente: non sento parlare che di voi e dell'eccellenza francese che rappresentate». Al loro tavolo erano seduti due francesi (Haider Ackermann e Jean Paul Gaultier) due inglesi (Anna Wintour direttrice di Vogue America e Sarah Burton, direttore creativo di Alexander McQueen) l'italiana Maria Grazia Chiuri, l'americano Thom Browne e il libanese Elie Saab. In sala erano presenti un centinaio di designer impegnati nella fashion week parigina oltre all'adorabile Alber Elbaz momentaneamente senza lavoro ma si spera che presto ritorni. Assenti giustificati perché impegnati con la sfilata del giorno dopo Miuccia Prada qui con Miu Miu, Karl Lagerfeld di Chanel e Nicholas Ghesquiere di Vuitton. Gettonatissimo per carisma e simpatia Pierpaolo Piccioli che il giorno prima ha fatto sfilare un'emozionante collezione Valentino imperniata su un nuovo concetto: il romanticismo è forza. Da qui un gran bel lavoro sugli stereotipi romantici (uno su tutti i fiori) visti dalla lente d'ingrandimento dell'assertività. Tradurre in moda un comportamento che esclude tanto i passivi quanto gli aggressivi, non era facile.

Il talentuoso designer ci riesce con un sapiente gioco di proporzioni che in qualche modo rimanda allo stile di Valentino negli anni Settanta, quando Marella Agnelli, longilinea ed elegante come poche, vestiva sempre in pantaloni di linea sciolta e lunghe tuniche. I fiori diventano forma e al tempo stesso decorazione dei modelli. In più ci sono giacche maschili, ampi cappotti di mohair con orlo a fazzoletto, mantelli d'ogni tipo compreso quello da Cappuccetto Rosso consegnato al mito da Audrey Hepburn vestita Givenchy, colori da perdere la testa e gli accessori più desiderabili: la nuova borsa Bloom e il foulard imbottito che a sorpresa assume una nuova grinta grafica. Stesso impatto romantico ma senza il retrogusto di melassa del romanticismo per la sensazionale collezione disegnata da Sarah Burton per Alexander Mc Queen.

Klare Waight Keller dice di essersi ispirata alla Berlino dark degli anni Ottanta per la sua seconda sfilata del prét à porter di Givenchy, ma a noi sembra piuttosto un simpatico guazzabuglio di tendenze: le pellicce ecologiche, le spalle importanti, il nero che non è mai andato via ma chissà come mai torna sempre, le bluse di buon gusto. Per la sfilata Vuitton viene costruita una vera e propria arena attorno alla napoleonica court Lefuelle dove passavano i cavalli della corte. L'immagine di passerella fa subito pensare a una moderna Belle de jour con le catene vagamente punk al posto delle perle e le stupende decolletè dalla mascherina alta e sagomata come sneaker. Da Miu Miu è di scena la libertà, ovvero l'idea del vestirsi e pettinarsi come si vuole, anche e soprattutto contraddicendo i canoni estetici. Pare che le ragazze lo facciano, ma con quali risultati non si sa.

Difficilissime le scarpe mentre quelle disegnate da Edgardo Osorio per Aquazura (lo stivale qui accanto) sono semplicemente divine. Colombiano, di stanza a Firenze, il giovane designer presenta a Parigi. Un altro che ha scelto la Francia.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica