La Nato ha fallito, l'Europa non ha soldi: adesso andiamocene dall'Afghanistan

La Nato ha fallito, l'Europa non ha soldi e il terrorismo avanza indisturbato. È ora di far tornare a casa i nostri soldati

La Nato ha fallito, l'Europa non ha soldi: adesso andiamocene dall'Afghanistan

Andiamocene. Portiamo a casa i mille soldati italiani dimenticati tra Herat e quella caldissima provincia di Farah dove, da gennaio, 70 nostri uomini sono di nuovo in prima linea.

La risposta, dopo il tremendo attentato di Kabul, è purtroppo una sola. Non è una posizione di cui essere onorati e fieri, soprattutto ricordando gli oltre cinquanta soldati e civili italiani caduti da quelle parti. È l'unica, però, in grado di evitarci altri sprechi di vite e di denaro in un Paese dove, dal 2002 ad oggi, l'Italia ha speso da sola oltre 5 miliardi di euro. L'unica alternativa al ritiro sarebbe un'intesa con gli alleati della Nato per rimandare a Kabul e dintorni un contingente internazionale di 20mila uomini pronti a dar sostegno al malconcio esercito afghano. Ma è più un'illusione che una soluzione.

Sedici anni di presenza occidentale ci insegnano che in Afghanistan abbiamo rimediato soltanto costosi e sanguinosi fallimenti sia sul piano politico che su quello militare. In oltre 15 anni le varie operazioni americane e della Nato non sono riuscite né a sconfiggere i talebani, né a mettere in piedi un esercito afghano in grado di combattere, né a garantire al Paese una governabilità scevra da corruzione e nepotismo.

Ma se abbiamo fallito in anni segnati da un'apparente sintonia tra Stati Uniti ed Europa e da rapporti non troppo critici - almeno fino al secondo mandato Obama - con la Russia come potremmo riuscirci oggi? Illudiamoci pure che un miracolo consenta alla Nato di trovare un'intesa per rispedire sui campi di battaglia afghani ventimila uomini ed il corollario di mezzi aerei e terresti indispensabili per arginare le «debacle» di un esercito locale flagellato da inefficienza, diserzioni ed inettitudine.

La prima a non volerne pagare la maggior parte delle spese sarebbe l'America di Trump. Dunque chi mai metterebbe la differenza? Una Germania che per congenita micragna non adegua neppure quel disavanzo di bilancio con cui da anni azzoppa i suoi alleati? La Francia di Macron già costretta a dolorosi tagli economici? L'Inghilterra della Brexit? Per non parlare della nostra povera Italia, già condannata ad una manovra lacrime e sangue.

Ma ammettiamo pure che i soldi non siano un problema. Bisogna allora da chiedersi chi sia disposto a morire per Kabul mentre il terrorismo islamista avanza indisturbato nelle nostre città e mantiene vaste presenza in Libia, Siria, Irak ed Egitto.

E, al caso, come ci garantiremmo l'indispensabile collaborazione di una Russia che in Afghanistan continua a gestire alleanze asimmetriche? Tutte incognite senza soluzione che giustificano l'unica scelta possibile. Ovvero un repentino addio.

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