Il neonazista voleva la strage Il governo si scusa: vergogna

Nell'auto del killer 4 kg di esplosivi, fermato dalla porta della sinagoga. Ebrei nel mirino: mea culpa di Berlino

Il neonazista voleva la strage Il governo si scusa: vergogna

P er un giorno la piccola Halle, meno di 240mila abitanti a NordOvest di Lipsia, si è riscoperta al centro della Germania. La mattina dopo l'attentato alla sinagoga di un estremista di destra, il presidente Frank-Walter Steinmeier ha visitato il luogo della mancata strage. Quello era l'obiettivo dichiarato al mondo dal 27enne Stephan Baillet: il neonazista di Benndorf voleva emulare il neofascista australiano Brenton Tarrant autore a 28 anni della carneficina di fedeli islamici a Christchurch in Nuova Zelanda (51 morti). Baillet ha però fallito, «perché la sinagoga è costruita bene e ha tenuto», ha spiegato Josef Schuster, il presidente del Consiglio centrale degli ebrei tedeschi. In realtà il giovane era «pesantemente armato» e nella sua auto sono stati trovati 4 kg di esplosivi. E progettava la strage da tempo: aveva pubblicato da 10 giorni online il suo manifesto antisemita in 11 pagine.

In conferenza stampa da Halle accanto a esponenti del governo della Sassonia-Anhalt e del ministro degli Interni Horst Seehofer, Schuster ha osservato che «di solito in Germania le sinagoghe sono protette dalla polizia». Non è andata così ad Halle nonostante la festività solenne del Kippur e nonostante le ripetute richieste alla polizia del presidente della comunità ebraica di Halle, Max Privorozki. Alla stampa Privorozki ha raccontato che mentre i fedeli raccolti in sinagoga sentivano i colpi esplosi da Baillet contro le porte della sinagoga (con 80 persone all'interno), lui si è precipitato ad allertare la polizia, che avrebbe risposto chiedendo: «E dove sarebbe la sinagoga a Halle?». Una risposta sintomatica dell'abbandono degli ebrei da parte delle autorità della Sassonia-Anhalt, complice il sistema federale tedesco per cui la Bundespolizei si occupa di frontiere e aeroporti mentre le restanti operazioni di sicurezza sono delegate alle 16 polizie statali supportate dai 16 servizi di intelligence. Gli estremisti islamici e i terroristi neonazisti hanno in comune forse solo l'odio per gli ebrei, eppure fino a ieri il governo della Sassonia-Anhalt non ha ritenuto necessario adottare misure di sicurezza. Da oggi tutto cambia, ma intanto due passanti sono rimasti uccisi sotto i colpi esplosi da Baillet.

A Berlino e in altre regioni le sinagoghe sono invece presidiate dalla polizia, eppure anche qui la situazione non è ideale. «Io non sono avvocato ma medico, eppure non capisco perché un uomo che attacchi la polizia davanti alla sinagoga di Oranienburgestraße a Berlino con un coltello urlando Allah akbar sia rimesso in libertà il giorno dopo senza che nessuno spicchi un mandato di arresto», ha anche detto Schuster. Il ministro Seehofer non ha fatto sconti a nessuno, ammettendo che «soprattutto in Germania, una cosa del genere non sarebbe dovuta succedere: è un atto brutale di cui vergognarsi». Il titolare degli Interni ha riconosciuto che «la minaccia causata dall'estremismo di destra è molto alta», seconda solo a quella del radicalismo islamico. Con un occhio alle dinamiche in rete, il ministro ha dichiarato che «l'odio cresce in Germania e la morale precipita, per cui stiamo lavorando alla punibilità delle espressioni criminali online». Sulla falsariga di quanto fatto per monitorare la crescita del radicalismo islamico online, Seehofer ha annunciato l'assunzione di cento persone incaricate di osservare il Darknet dell'estremismo di destra.

L'operazione non è facile ma gli esaltati alla Baillet non si muovono prima di mettere il loro piano di azione in rete. La sfida adesso è quella di bloccarli per tempo. Seehofer presenterà il suo piano d'azione fra una settimana ai sedici ministri dell'interno della Repubblica federale.

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