Ma Netanyahu non si scompone. "Andiamo avanti anche da soli"

Gli islamisti palestinesi festeggiano e lasciano il tavolo al Cairo. Il gabinetto di guerra non arretra: "Decisiva l'operazione a Rafah"

Ma Netanyahu non si scompone. "Andiamo avanti anche da soli"
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Il primo risultato dell'uscita di Biden è stata che mentre il capo della Cia William Burns tornava a Washington, Hamas dichiarava che non c'è più trattativa per i rapiti e le delegazioni lasciavano il Cairo. Hamas festeggia, si disarma Israele, ha pensato, l'antisemitismo impazza, magari oggi l'Onu dichiara unilateralmente lo Stato di Palestina e fa di Sinwar il Ben Gurion dei palestinesi. Il presidente non darà a Israele bombe di precisione per usarle a Rafah. Perché? Per difendere i civili. Decisione contraddittoria e priva di chiarezza morale, una forma di ingiunzione inaccettabile a uno stato sovrano in guerra dopo gli orrori del 7 ottobre.

Un ingresso profondo, per ora non c'è. Fino a poche ore prima Israele si era spinto poco oltre il confine, sul corridoio Filadelfia, indispensabile per evitare commerci ai terroristi di Hamas, e ha colpito alcuni obiettivi specifici. Nonostante lo choc causato dal suo annuncio alla Cnn, se Biden pensava di fermare Israele, qualcosa non è andato secondo i piani. Netanyahu regge il timone, l'eco proveniente dal Gabinetto di guerra non porta traccia di rottura o di passi indietro. Nessuno lascerà il campo a causa della minaccia americana, il presidente ha ignorato la più elementare logica israeliana di questi tempi di guerra, che ha sopravvalutato la divisione politica a fronte del patriottismo. Proibire Rafah, dove Israele è convinto di ritrovare i rapiti, è una giravolta americana contro la logica e la fedeltà, è chiaro che è indispensabile per battere Hamas battere i quattro battaglioni restanti. Sinwar ha aggredito Israele con proiettili e bombe da Rafah, poi preso di mira Sderot e i kibbutz del 7 ottobre. Quindi ha rifiutato l'offerta «incredibilmente generosa» per gli ostaggi e ne ha avanzata una ridicola. Israele intanto ha riaperto il valico di Shalom per gli aiuti, ha accettato nuovi colloqui, tenuto l'esercito fuori dell'abitato di Rafah, sgomberato 150mila persone. Biden ha parlato dei civili colpiti. Ma i numeri si sono rivelati gonfiati ed è Hamas che sta nelle gallerie mentre usa scudi umani.

Netanyahu già da lunedì aveva dichiarato che «se Israele deve fare da solo, così farà», e ha ripostato la stessa frase: «Nessuna pressione internazionale impedirà a Israele di difendersi. Abbiamo i mezzi». Il ministro della difesa Yoav Gallant dichiara: «Ai nostri nemici e ai nostri migliori amici, Israele non può essere sottomesso». Anche Benny Gantz e Gadi Eizenkot non hanno certo intenzione di spaccare l'unità mentre si combatte. Israele farà probabilmente del suo meglio per non oltrepassare linee rosse, ma la bussola punta sull'annientamento di Hamas, specie ora che, sicuro di sé, Sinwar si tiene stretti i rapiti.

La decisione di Biden non ha la possibilità di fermare la guerra, Israele produce gran parte delle armi necessarie. Negli Usa si disegna un'opposizione alla decisione di Biden che include i conservatori e parte dei suoi. Inoltre, l'80% degli americani tiene per Israele, nonostante le università invase dagli woke-propal in un misto di sinistra e di islam radicali. La decisione di Biden incoraggia i nemici dell'Occidente. Israele combatte una guerra di sopravvivenza che Biden ha sempre dichiarato necessaria.

La sua presa di posizione è un segnale per Iran e Russia oltre che Hezbollah e Hamas. Il segnale raggiungerà tutta la Nato: quando si abbandona il vecchio amico cui ti accomuna una scelta di democrazia e diritti umani, ogni alleanza di sicurezza diventa uno scherzo.

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