Ragusa - Quel segreto, pesante come un macigno, lo aveva tenuto per sé. Non poteva confessarlo nemmeno alla madre, che era ogni giorno vessata da un nigeriano che aveva conosciuto al Cara di Mineo, dove erano ospiti, e che poi era andato a vivere con loro nel centro storico di Ragusa, in attesa dell'esito dell'istanza dello stato di richiedenti asilo. Quell'uomo aveva promesso di prendersi cura di loro e, invece, la mamma veniva ogni giorno picchiata brutalmente e violentata anche davanti a lei e al suo fratellino ancora in fasce, perché quell'uomo si ubriacava ed era sempre arrabbiato. Come dirle che quando erano rimasti soli in casa, quel nigeriano aveva stuprato anche lei?
12 anni e coraggiosa, la bambina, vedendo che la madre si stava aprendo coi poliziotti della Squadra mobile di Ragusa, si è alzata in piedi, interrompendo il gioco in quella stanza confortevole della questura allestita proprio per i più piccoli, e ha detto alla poliziotta che giocava con lei che voleva conferire con qualcuno. Doveva dire una cosa troppo grande. Poi è scoppiata a piangere: «Sono stata violentata anche io dal compagno della mamma». La frase choc ha raggelato l'agente. È stata immediatamente avvisata una psicologa, e la bambina è stata ascoltata nelle forme dell'audizione protetta.
È saltato fuori che l'uomo l'aveva violentata in più occasioni, quando la mamma non era in casa. I particolari delle violenze subite da mamma e figlia sono stati agghiaccianti, tanto che la procura di Ragusa, che ha coordinato le indagini della Squadra mobile iblea, ha ritenuto che sussistessero gravi indizi di colpevolezza a carico del nigeriano, 39 anni, che è stato rinchiuso in carcere per maltrattamenti in famiglia, ripetute violenze sessuali ai danni della compagna e della figlia minorenne della donna.
Il giudice delle indagini preliminari di Ragusa ha agito in fretta. In meno di 48 ore dalla denuncia delle violenze e dal conseguente rapporto redatto dalla Squadra mobile e inviato al pubblico ministero, che ha richiesto una misura cautelare, il 39enne è stato condotto in carcere su disposizione del gip, e resta a disposizione dell'autorità giudiziaria iblea.
Mamma e figlia sono al sicuro. I loro eroi sono i poliziotti. Prima quelli della Squadra Volanti di Ragusa, che col loro intervento, la scorsa settimana, hanno scongiurato il peggio, quando la donna, dopo essere stata picchiata per l'ennesima volta, è riuscita a sottrarsi alla furia del compagno e a scappare in strada, nel centro storico di Ragusa, chiedendo a squarciagola di essere aiutata. Gli agenti l'hanno prima accompagnata al pronto soccorso, perché venisse curata per le botte che aveva preso, e poi in questura.
Qui i loro eroi sono stati i poliziotti della Squadra mobile a cui, sentendosi protette, mamma e figlia hanno denunciato le violenze sessuali subite, riuscendo in tal modo a fare rinchiudere in carcere il loro aguzzino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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