No di Meloni a Macron: "L'Italia non manderà militari in Ucraina. Bisogna invitare Trump"

Al summit di Parigi la premier è in disaccordo con il francese. "E Roma sostiene gli Usa"

No di Meloni a Macron: "L'Italia non manderà militari in Ucraina. Bisogna invitare Trump"
00:00 00:00

nostro inviato a Parigi

«I o non sono d'accordo. L'Italia non parteciperà a un'eventuale forza militare sul terreno». Che Emmanuel Macron e Giorgia Meloni avessero posizioni piuttosto distanti sulle regole d'ingaggio militari da mettere in campo nel caso in Ucraina si arrivasse davvero a un cessate il fuoco non è certo un mistero. Di nuovo, invece, c'è che ieri la divergenza di vedute è emersa in tutta la sua evidenza nel corso del terzo vertice dei cosiddetti «volenterosi» che si è tenuto all'Eliseo e a cui hanno preso parte i leader di 31 Paesi. Quando il presidente francese ha infatti preso la parola per confermare l'intenzione di inviare «in alcuni luoghi strategici del territorio ucraino» una «forza di rassicurazione» composta da «diversi Paesi europei» nel caso di un raggiungimento della pace, la premier italiana è intervenuta per dissentire spiegando di considerarla una «soluzione complessa» e «poco efficace». Di più. Meloni, fanno sapere fonti di Palazzo Chigi, ha infatti confermato «l'indisponibilità a mandare soldati» italiani «sul territorio». Mentre ha continuato a sostenere la necessità di «coinvolgere le Nazioni Unite in iniziative di peacekeeping o monitoraggio», che però «interverrebbero a valle di un accordo di pace».

Una posizione, quella italiana, che non è affatto isolata. Anche il presidente della Finlandia Alexander Stubbs, per esempio, esclude la possibilità di inviare un contingente finlandese e auspica «un'operazione con un mandato internazionale». Mentre alcuni dei presenti al vertice, pur non dissentendo apertamente non hanno comunque appoggiato la proposta di Macron e del primo ministro inglese Keir Starmer. Non è un caso, dunque, che nella conferenza stampa che ha seguito il summit il presidente francese abbia ammesso che «sul punto non c'è unanimità» di vedute.

Meloni, che ha lasciato l'Eliseo poco prima delle 14 e senza rilasciare dichiarazioni, ha invece ribadito che «garanzie di sicurezza solide e credibili» per una pace «giusta e duratura» «trovano fondamento» solo «nel contesto euro-atlantico». Un concetto che negli ultimi mesi ha ribadito in più occasioni, ma sul quale ieri ha fatto un ulteriore passo avanti. Nel corso del vertice parigino, Meloni non solo «ha sottolineato l'importanza di continuare a lavorare con gli Stati Uniti per fermare il conflitto e raggiungere una pace che assicuri la sovranità e la sicurezza dell'Ucraina» ma ha anche «auspicato il coinvolgimento di una delegazione americana al prossimo incontro di coordinamento» della coalizione dei volenterosi. Circostanza su cui non tutti sono d'accordo, visto che l'iniziativa di Macron e Starmer mira anche a ricentralizzare l'Europa affidandole un ruolo nei negoziati tra Usa e Russia. E anche sotto questa luce va vista l'accelerazione di Parigi e Londra, pronte all'invio di truppe boots on the ground. Un simile scenario, infatti, si realizzerebbe sono con un processo di pace in corso e quindi dovrebbe trovare la non ostilità di Mosca. Insomma, potrebbe essere anch'esso parte di una strategia negoziale per riportare l'Ue in pista e non lasciare la trattativa solo nelle mani di Donald Trump e Vladimir Putin.

Meloni resta però convinta non si possa prescindere da Washington («l'Italia - ha detto - sostiene gli sforzi di pace del presidente americano»). Tanto che ha rilanciato l'idea di applicare all'Ucraina un meccanismo sulla falsa riga dell'articolo 5 della Nato, «ipotesi su cui - riferisce sempre Palazzo Chigi - Macron ha sollevato con interesse l'opportunità di un approfondimento tecnico» che Meloni «ha accolto con favore».

Nel corso della riunione, inoltre, i leader hanno anche discusso l'importanza di una efficace attuazione e monitoraggio del cessate il fuoco, su cui - fa sapere la presidenza del Consiglio - ora «si sta facendo spazio un possibile ruolo delle Nazioni Unite, in linea con la posizione del governo italiano».

Meloni, infine, ha sottolineato l'importanza di «estendere il cessate il fuoco parziale alle infrastrutture civili, come le scuole e gli ospedali», con l'obiettivo di «costringere la Russia a dimostrare la sua buona volontà e salvare le vite della popolazione civile».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica