«Ho visto magistrati sul pezzo, molto preparati. Mi ha sorpreso e mi fa ben sperare sul fatto che l'indagine possa far luce sulle responsabilità». Al telefono risponde Francesco Zambon, il ricercatore Oms che si è presentato ai pm di Bergamo che indagano per epidemia colposa analizzando anche tutti i retroscena dietro al suo report dello scorso maggio (sparito dopo 24 ore e ritrovato solo a settembre) che imbarazza il governo perché mette a nudo l'impreparazione del nostro Paese nell'affrontare la pandemia e afferma che la reazione dell'esecutivo è stata improvised, chaotic and creative, (improvvisata, caotica e creativa). Altro che modello Italia.
«Ho avuto l'impressione - dice, trincerandosi nel riserbo sul contenuto della sua deposizione come persona informata sui fatti - di aver fornito loro pezzi di un puzzle che già avevano ipotizzato». Peccato che per questa decisione Zambon sia rimasto isolato. Al netto del piano e delle pressioni subite dal braccio destro dell'ex ministro alla Salute Beatrice Lorenzin per evitare di far fare una figuraccia all'Italia e al palese conflitto d'interessi dello stesso Guerra, oggi numero due dell'Oms, nel chiedere di aggiungere la parola «aggiornato» al piano pandemico italiano, quando non lo era e non lo è. «Se chi cerca di bloccare la pubblicazione è parte in causa, cos'è se non conflitto d'interessi?».
Ma la storia del report sparito è SOLO una dei guai in cui si è infilato l'Oms, che come rivelato da Report ha chiesto ai colleghi di Zambon di non rinunciare all'immunità, in spregio alla verità che le vittime del Covid meritano. «I meccanismi di controllo interni all'Oms hanno fallito», spiega ancora Zambon al Giornale, non senza sottolineare le «eresie» dette l'altra sera dallo stesso Guerra a L'Aria che tira su La7. «È vero che l'Onu e i suoi organismi hanno dei meccanismi istituzionali per evitare molestie e pressioni come dice Guerra, ma la realtà dei fatti è assai diversa. La verità è che io ho attivato tutti i meccanismi interni di controllo, ho scritto persino al direttore generale (e ho le mail) e al il suo capo di gabinetto, con cui ho parlato Per più di un'ora. Mi disse che la situazione era «delicata e complessa».
Già. Se non fosse un meccanismo indipendente sarebbe evidente che nel pasticciaccio del report la politica ha messo il becco. «Se io segnalo all'Oms che questa persona fa pressioni per inserire determinate parole ci deve essere un meccanismo che verifica se io sto facendo malicious reporting (accostamenti maliziosi, ndr) oppure se le mie osservazioni sono fondate. Cioè se io dichiaro il falso oppure no. Ma se a distanza di sette mesi - dice ancora Zambon - mi si dice che il rapporto è pieno di errori vuol dire che c'è qualcos'altro sotto. Se ci fossero stati errori avrebbero dovuto dirmelo, non 7 mesi dopo a mezzo comunicato stampa».
A sostenerlo non c'è solo Zambon ma inchieste documentate di Guardian, Abc, Times e Washington Post, che hanno messo l'Oms sulla graticola. «Ad oggi nessuno di quelli che ho contattato dell'Oms mi ha cercato per capire che cosa è successo».
Le affermazioni di Guerra hanno fatto infuriare anche il Comitato Noi Denunceremo, che rappresenta i parenti delle vittime della Bergamasca.
«Il vice direttore dell'Oms ha inscenato una a dir poco vergognosa rappresentazione teatrale, raccontando spiazzanti nonsense senza contraddittorio e scaricando il barile su chi lo ha preceduto e succeduto, nonostante proprio l'Oms stravolga l'approccio alla pandemia nel 2013 e nonostante il piano pandemico fosse un obbligo di legge secondo la Ue (decisione 1082 del 2013)».
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