"Non è un diktat inviolabile". Conte apre al doppio mandato

Nel tentativo di evitare un esodo di parlamentari, l'avvocato grillino rischia di strappare con Beppe Grillo aprendo al doppio mandato. Poi attacca Dibba e Di Maio

"Non è un diktat inviolabile". Conte apre al doppio mandato

Giuseppe Conte si distacca da Beppe Grillo: quella del doppio mandato non è una regola incardinata. Il leader politico del Movimento 5 stelle l'ha detto chiaramente durante l’ospitata a Filorosso, il programma serale su Rai3. Esultano i parlamentari che solo pochi giorni fa si disperavano davanti alle parole del garante che, invece, lo considera un diktat inviolabile, un caposaldo dei valori e dei principi del Movimento 5 stelle. Il limite dei due mandati "non è un diktat: Grillo ha sempre sostenuto questo principio, e io condivido il suo fondamento. Siamo in situazione complicata, una fase in cui alcune esperienze gioverebbero molto al Movimento. Stiamo discutendo, scioglieremo la riserva a breve".

Con queste parole, Giuseppe Conte ha creato ancora più confusione all'interno del M5s, dove molti grillini della prima ora si erano detti d'accordo con l'Elevato, anche quelli che nei prossimi mesi rischiano di non riavere la poltrona. Non stupisce che la maggior parte sia, invece, preoccupato dall'atteggiamento di chiusura di Beppe Grillo, che non sembra intenzionato a fare passi indietro sull'argomento. I prossimi giorni saranno rivelatori in tal senso ma mentre all'orizzonte si paventa un ritorno di gran carriera di Alessandro Di Battista con furore dalla Siberia, Giuseppe Conte nella stessa intervista ci tiene a marcare il suo territorio e a mettere i paletti per frenare le ambizioni del pasionario grillino della prima ora.

"Si è allontanato dal Movimento perché abbiamo fatto delle scelte che non ha condiviso, si è tagliato uno spazio di assoluta libertà e anche di forte critica al Movimento. Ci confronteremo, perché è un po' che non si sentiamo. Abbiamo buoni rapporti personali, dovrà chiarire cosa vuole fare in futuro, se intravede uno spazio di dialogo, di coinvolgimento suo diretto o no. È chiaro però che il M5s ha lavorato tanto per indirizzare il nuovo corso, abbiamo uno statuto, degli organi politici. Se lui vuole tornare deve inserirsi in questa struttura". Parole che non lasciano dubbi sul senso che Conte ha voluto dare al suo discorso: Di Battista deve stare al suo posto.

E anche su Luigi Di Maio, Giuseppe Conte non le manda a dire: "Ha scoperto la democrazia quando è andato via. Prima nel Movimento c'era un capo politico che decideva tutto da solo, ora si ironizza sulle nostre lunghe riunioni collegiali".

Giuseppe Conte è alla ricerca di una quadratura mancante del cerchio nel suo M5s, che giorno dopo giorno gli scivola di mano nonostante i tentativi di recupero messi in atto, anche a rischio di strappare con Grillo sul doppio mandato.

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