In Europa non vigono le stesse «regole» che dettano legge nel nostro Paese. Può accadere, infatti, che un Commissario europeo (nel nostro caso si tratta dell'irlandese Phil Hogan, che fino a ieri aveva la delega per il Commercio) si dimetta perché «beccato» a cena con altre ottanta persone in un golf club di Galway, nella sua Irlanda. La notizia, soprattutto sui media locali, ha fatto clamore dal momento che le norme del Paese vietano - per via dell'emergenza coronavirus - riunioni ed eventi al chiuso con più di sei persone. Tanto il clamore, che prima di lui pure un altro politico (la ministra dell'Agricoltura irlandese Dara Calleary, anche lei presente all'evento) ha dovuto fare un passo indietro e lasciare il suo incarico. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Lyen, non solo ha accettato senza tentennamenti le dimissioni, tempestivamente presentate da Hogan, ma ha iniziato subito le consultazioni per il suo rimpiazzo. Segno che dalle parti di Bruxelles (come di Dublino) non si prendono a cuor leggero le norme di distanziamento sociale.
Da noi, invece, le misure (come i pesi) sono affatto differenti. Tanto che delle multe e delle censure i nostri politici fanno addirittura delle medaglie. Al valore. Al valore della cocciutaggine. Almeno nel caso di Matteo Salvini. Il leader leghista è stato più volte censurato e criticato (dagli opinionisti televisivi e dai giornali) per la sua abitudine all'«abbraccio» affettuoso dei suoi sostenitori.
Il leader del Carroccio, ultimamente si è fatto più prudente. Ma non abbastanza. Tanto che un campione della vecchia politica (e della prima Repubblica) si è tolto lo sfizio di multarlo per non aver indossato la mascherina durante una manifestazione pubblica. Il politico è Clemente Mastella, ora sindaco di Benevento.
Sono però lontani i tempi in cui il leader leghista partecipava addirittura a un convegno poi bollato come «negazionista» dai paladini del distanziamento sociale. Era il 27 luglio e in una sala di Palazzo Madama si teneva il convegno «Covid-19 tra scienza, informazione e diritto». In quell'occasione Salvini mostrava fiero la nudità della sua faccia. Stessa cosa fece Vittorio Sgarbi e un altro ospite del convegno, Andrea Bocelli, le cui parole («mi sono sentito umiliato durante il lockdown») hanno fatto il giro del mondo, complice la fama planetaria del cantante. Su questo episodio è dovuta in seguito intervenire anche la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati.
I presidenti dei due rami del Parlamento in molte occasioni hanno dovuto richiamare i colleghi all'uso corretto dei dispositivi di protezione. Non pochi i deputati (e senatori) riottosi. Anche il premier Giuseppe Conte, per la verità, è stato rimproverato. Il suo intervento a Palazzo Madama del 30 aprile è stato accusato di essere violare le norme di profilassi. Era, spiegano i suoi critici, l'unico membro del governo a non indossare la mascherina, in un posto (l'aula del Senato, appunto) dove era impossibile rispettare le distanze di sicurezza. Tra i tanti politici «immortalati» senza mascherina anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Durante una cena in un locale romano, l'esponente grillino è stato «paparazzato» mentre parlava con la proprietaria del ristorante (con mascherina).
Un conto è stare seduto al tavolo e mangiare, hanno spiegato i suoi censori, un conto è girare per il locale senza mascherina. Gli insegnamenti del suo maestro Beppe Grillo (che già a dicembre girava sempre con la mascherina) non sono evidentemente serviti.
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