Non solo immigrazione Il Front si prende la scuola

La sinistra vede minacciata la teoria del gender e i valori politicamente corretti insegnati finora

Non solo immigrazione Il Front si prende la scuola

Il cambiamento fa paura. E Marine Le Pen ancora di più. Lo storico risultato del Front National al primo turno delle elezioni regionali sta mettendo in fibrillazione non solo il mondo politico francese ma anche scuole e insegnanti. Che c'entra l'istruzione? Molto, moltissimo. È vero che la destra ha cavalcato il tema sicurezza in campagna elettorale, tuttavia gli eventuali presidenti del FN eletti non avranno competenze in questo campo. Saranno perà determinanti nella pubblica istruzione, che è in Francia è affidata alle regioni. I giornali progressisti, come Le Monde, lo sottolineano con ansia crescente e con malcelata ironia.«Immaginate, il prossimo anno, decine di presidi delle scuole superiori riuniti con un rappresentante del Front National in occasione della tradizionale incontro di settembre!», dice ridendo un ex rettore intervistato dal quotidiano francese, che definisce «difficilmente conciliabili» i valori della destra con il mondo dell'istruzione. Ma, a parte l'analisi superficiale, ciò che emerge per davvero è la preoccupazione o, meglio, la paura che questo scenario, fantascientifico fino a poco tempo fa, diventi realtà visto che il partito di Marine Le Pen potrebbe conquistare sei regioni.Sorge perciò spontanea una domanda: quale effetto avrà una vittoria del Front National al secondo turno sulla politica dell'istruzione? Le regioni francesi hanno esteso le loro competenze in questo campo nel corso degli anni. Non solo costruzione, manutenzione e attrezzature didattiche ma anche sostegno all'apprendimento e all'istruzione superiore, finanziamenti ai libri di testo, viaggi all'estero, prestazioni sociali, formazione in materia di salute, di cittadinanza eccetera. Tutti campi dove le differenze di valori sono evidenti. Marion Le Pen, nipote di Marine e vincitrice al primo turno nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, ha promesso che se venisse eletta taglierebbe i finanziamenti all'organizzazione Planned Parenthood (genitorialità pianificata) che secondo lei difende «una certa concezione della famiglia, il matrimonio gay, la procreazione assistita per le coppie omosessuali, la teoria del gender e l'accoglienza dei profughi». L'agitazione è crescente, tanto che il ministro socialista dell'Istruzione, Najat Vallaud-Belkacem, ha evocato il rischio di veder risorgere la polemica sui menu delle mense scolastiche e su altri temi, come la «preferenza nazionale» nel scegliere gli studenti da ospitare nei convitti. Insomma, dal ministro all'ultimo insegnante politicamente corretto, aleggia il terrore che qualcuno possa turbare il loro sonno. Il quotidiano Le Monde allora paventa uno scenario che fa tremare i buonisti. «Vedremo annullate le campagne contro il razzismo e l'omofobia? Vedremo censurati libri di testo perché riprendono la teoria del gender? Ci saranno i metal detector agli ingressi delle scuole?». Secondo l'Associazione delle Regioni di Francia (Arf) è immaginabile qualche misura simbolica per affermare la propria identità, ma rimane una realtà da affrontare: «Il 95 per cento del bilancio dell'istruzione delle regioni è dedicato al funzionamento delle scuole superiori. Resta un 5 per cento per le attività didattiche, sulle quali il Front National avrebbe margine di manovra».

La gauche mette le mani avanti e preannuncia già che il clima è destinato a «surriscaldarsi» mentre guarda con orrore al programma del FN sulla scuola: divieto di dare del tu, fine della scuola media unificata o tolleranza zero in materia di sicurezza. Forse la sinistra preferisce continuare a crescere maleducati, teppisti o jihadisti.

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