Niente coprifuoco ammazza cene fuori, ristoranti al lavoro anche nelle aree chiuse, centri commerciali accessibili anche nel fine settimana. Le regioni sottoscrivono all'unanimità il loro vademecum salva-state. A spiegarci nel dettaglio di cosa si tratta è il presidente della Conferenza delle Regioni (e del Friuli Venezia Giulia), Massimiliano Fedriga.
Presidente, il documento delle regioni ricalca la fuga in avanti di Matteo Salvini che chiede 'il ritorno alla vita'?
«Il documento esprime il parere unanime delle regioni che rappresento. Se dovessi parlare da leghista sarei molto più duro. Io parlo da presidente della Conferenza. Trovo alquanto fastidioso che, quando la Conferenza dice qualcosa che alcuni partiti condividono, si dica che io ho piegato la Conferenza a un volere politico. Non bisogna cercare di fare politica con le Regioni».
Quali sono le proposte chiave di voi governatori?
«Nelle osservazioni al decreto che abbiamo inviato mercoledì al Governo, chiediamo di posticipare il coprifuoco almeno alle 23 e di dare la possibilità di lavorare anche nei ristoranti al chiuso, ovviamente nel rispetto delle regole. Ma se ci fossilizziamo solo sul coprifuoco ho paura che sbagliamo obiettivo, dobbiamo guardare a tutto tondo il problema. Perciò chiediamo l'apertura durante il fine settimana dei centri commerciali, lezioni individuali in palestre e piscine non appena riapriranno, avvio dei parchi tematici e di divertimento».
C'è un capitolo che riguarda anche l'organizzazione di matrimoni.
«Esatto. Non ci sono ancora certezze sul comparto wedding ed è urgente che ci siano. Si tratta di attività che hanno bisogno di una certa programmazione e non si può rischiare di far saltare la stagione così».
È percorribile l'idea di effettuare le seconde dosi della vaccinazione nei luoghi di villeggiatura?
«Ne parleremo la prossima settimana con il generale Francesco Paolo Figliuolo per capire se il progetto è realizzabile. Non è semplice ma non possiamo permetterci rallentamenti nella campagna vaccinale. L'estate va sfruttata al massimo».
Sulle vaccinazioni le Regioni sembrano aver ingranato?
«Si, addirittura potrebbero tenere un ritmo di somministrazione superiore se ci fossero più dosi a disposizione. Hanno dimostrato una capacità organizzativa ben superiore alle aspettative».
Ogni regione ha un suo andamento delle vaccinazioni e dei contagi.
«La prima cosa che deve essere superata oggi credo sia l'indice Rt. Quando c'è un'incidenza bassa, il rischio è che pochi contagi in più facciano schizzare l'Rt. C'è un tavolo tecnico che sta lavorando per rivedere i parametri e confido in quel lavoro. Secondo un me un indice da tenere in considerazione è l'Rt ospedaliero, un indicatore che può dare un segnale reale e non una visione distorta».
Altra disomogeneità tra Regioni: il green
pass vaccinale. La Liguria ha già firmato un'ordinanza per autorizzarlo.«Finchè il pass non diventerà una misura strutturale con tutti quegli strumenti che servono, è normale che ci si muova in modo differenziato».
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