Nuovo assist al governo Michel: non abbiate paura del modello Albania

Mai tenero con l'Italia, l'ex premier belga approva "soluzioni innovative"

Nuovo assist al governo Michel: non abbiate paura del modello Albania
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Una timida, ma significativa apertura al piano Albania del governo Meloni che prevede il trasferimento dei migranti nel paese delle aquile è arrivato dal presidente uscente del Consiglio europeo, Charles Michel, mai tenero con l'Italia. Il politico belga ha sostenuto che «sulla sfida dell'immigrazione» non bisogna «avere paura di guardare» avanti a nuovi modelli «operativi e concreti», come l'intesa Italia-Albania. «Non voglio interferire nel dibattito interno italiano, ma dobbiamo esaminare quali sono le modalità concrete e non intendo dire che gli hotspot in Albania siano buoni o meno» ha specificato il presidente del Consiglio Europeo in un'intervista alla European Newsroom di cui fa parte l'Ansa. Secondo Michel tutto dipenderà dai «dettagli pratici» per quanto riguarda «il rispetto del diritto internazionale» e alcuni importanti elementi come «la proporzionalità delle misure». Michel ha poi ricostruito il superamento dell'atmosfera del passato, dei 27 paesi Ue, estremamente conflittuale sull'immigrazione, confermando che si vuole arrivare ad «una lista comune di paesi sicuri», che non lascerebbe più spazio a interpretazioni. Nonostante gli attivisti giudiziari annidati nella magistratura, decisi a bloccare il piano Albania, non sono pochi i governi ed i leader europei che guardano con interesse al progetto.

La prima sostenitrice, fin dall'inizio, è la presidente della nuova Commissione europea, Ursula von Der Leyen, che non a caso proviene dai Popolari tedeschi. In dicembre aveva «benedetto» il piano italiano di esternalizzazione delle frontiere («in linea con il diritto comunitario»). Von der Leyen ha scritto ai componenti del Consiglio europeo del 17-18 ottobre per valutare l'opportunità di istituire «hub per i rimpatri al di fuori dell'Ue, soprattutto in vista della nuova normativa sul rimpatrio». E ha espressamente citato l'accordo italiano con Tirana: «Con l'avvio delle operazioni previste dal protocollo Italia-Albania saremo anche in grado di trarre lezioni pratiche».

Sul tema il Partito popolare europeo va a braccetto con i Conservatori e riformisti di Meloni e anche con i Patrioti per l'Europa, il gruppo dell'ungherese Viktor Orban, ai ferri corti con Von der Leyen. Il 22 ottobre proprio quest'asse-ombra ha respinto il tentativo della sinistra di fomentare un dibattito all'europarlamento per condannare il modello Albania. Meloni, alla vigilia del Consiglio europeo, aveva dichiarato che «insieme al primo ministro di Danimarca, Mette Frederiksen e dei Paesi Bassi, Dick Schoof, ho ospitato un incontro per parlare di contrasto dei flussi migratori irregolari e in particolare di soluzioni innovative». Il premier laburista inglese, Keir Starmer, che ha bloccato il trasferimento dei migranti in Ruanda guarda con interesse al piano italiano. Durante la sua visita a Roma, un mese fa, ha fatto capire che potrebbe replicare il progetto Albania dell'Italia, «perché noi britannici siamo pragmatici».

Nonostante Renew, gruppo di riferimento a Strasburgo del presidente francese Emmanuel Macron, sia schierato con i socialisti contro il progetto italo-albanese, il suo governo la pensa diversamente.

«Il ministero dell'Interno sta studiando il caso» ha rivelato Maud Bregeon, portavoce dell'esecutivo del gollista Michel Barnier. «C'è la volontà che la Francia possa firmare accordi simili a quello fra Italia e Albania».

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