Ok a quesiti referendum dal Consiglio di Stato

Via libera al quesito referendario da parte del Consiglio di Stato. La quarta sezione di Palazzo Spada ha confermato la sentenza del Tar del Lazio

Ok a quesiti referendum dal Consiglio di Stato

Via libera al quesito referendario da parte del Consiglio di Stato. La quarta sezione di Palazzo Spada ha confermato la sentenza del Tar del Lazio con la quale, il 20 ottobre scorso, era stato dichiarato inammissibile il ricorso presentato da esponenti di Movimento 5 Stelle e Sinistra Italiana sulla formulazione del quesito da sottoporre al voto degli elettori il 4 dicembre prossimo. Il Consiglio di Stato ha ribadito il "difetto di giurisdizione del giudice amministrativo" nella materia. Intanto sul quesito referendario si è espressa anche la Cassazione.

Non è soggetto a sindacato giurisdizionale il quesito referendario e, di conseguenza, il decreto con cui il presidente della Repubblica ha indetto il referendum del 4 dicembre. Lo scrivono dunque le sezioni unite civili della Cassazione, pronunciandosi su un ricorso presentato dal Codacons, dichiarando il "difetto assoluto di giurisdizione". Il Codacons aveva sollevato di fronte alla Suprema Corte un regolamento preventivo di giurisdizione: i giudici delle sezioni unite, con la sentenza depositata oggi, hanno sottolineato che "non è ravvisabile, nella specie, un’ipotesi di atto amministrativo soggetto al sindacato giurisdizionale" e rilevato che "il contenuto del provvedimento presidenziale è la risultanza di una sequela di atti". Infatti, la materia del quesito referendario che "risale all’operato dell’ufficio centrale per il referendum - osservano i giudici di piazza Cavour - sfugge alla qualificazione di attività amministrativa soggetta, in quanto tale, al controllo giurisdizionale tanto del giudice amministrativo che del giudice ordinario".

Le sezioni unite, inoltre, rilevano che non vi è "nessun profilo di incostituzionalità", come sollevato dai ricorrenti nell’udienza a porte chiuse svolta lo scorso 22 novembre, inerente la "non impugnabilità" del provvedimento che indice il referendum. La Cassazione, infine, afferma che non c’è "alcuna lesione dei principi che regolano, nella dimensione del diritto europeo, i principi dell’equo processo e del diritto a un ricorso effettivo".

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