Oliverio è un bluff: non c'è la giunta a due mesi dal voto

Oliverio è un bluff: non c'è la giunta a due mesi dal voto

Catanzaro A due mesi dalle elezioni, la Calabria non ha ancora un governo. Nelle urne ha stravinto Mario Oliverio, vecchia scuola Pci vestita di nuovismo Pd. Gli assessori lui li vorrebbe tutti esterni, ma lo Statuto non lo consente. Per accontentarlo, il Consiglio ha modificato le norme statutarie. Ma non è bastato. Oliverio vorrebbe anche - ma da Roma - la nomina a commissario della sanità. Per questo si era convinto ad aprire il dialogo con Ncd, lasciando che dal Pd uscissero i voti decisivi per la nomina a vicepresidente del Consiglio di Pino Gentile, fratello del senatore alfaniano Tonino (come lui cosentini). Ma il 31 dicembre, ultimo giorno utile per procedere alla designazione, è spirato invano. Per rimediare al torto, i parlamentari calabresi hanno presentato un emendamento al Milleproroghe. «Una norma ad personam», ha tuonato uno di loro, Demetrio Battaglia, il solo a ricordarsi di quando il Pd faceva la morale a Berlusconi. A ingarbugliare la matassa, anche la richiesta romana di ritagliare un posto - nella giunta che ancora non c'è - per Maria Carmela Lanzetta, ministro degli Affari regionali sempre più in difficoltà nei rapporti con Palazzo Chigi.

«La Regione è ostaggio delle manovre del Pd», attaccano da Forza Italia i consiglieri Mimmo Tallini e Fausto Orsomarso. E la coordinatrice in Calabria di Forza Italia Jole Santelli: «Ben sessanta giorni sono trascorsi nella vana attesa dell'insediamento di una giunta che ancora non esiste, se non nelle pesanti discussioni interne al Pd. Il Pd, ancora una volta, cerca di risolvere i propri problemi sulla pelle dei calabresi». Dal canto suo il governatore Oliverio annuncia che la giunta si farà, ma a metà, in attesa che le modifiche allo Statuto passino in seconda lettura. «Nominerò gli assessori, ma non tutti», spiega serafico. E aggiunge: «Non siamo rimasti fermi: mi sono fatto carico io, in prima persona, del lavoro da svolgere».

Sarà stato forse per questo che nessuno

ha mosso un dito quando Roma ha tagliato 9 milioni di euro a Reggio Calabria: troppo impegnato il governatore a fare l'assessore ed il vice di se stesso. Che la Calabria e i calabresi si arrangino. Tanto, a chi importa?

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