Le oniriche trame della Curiel E oggi al via le sfilate di Milano

La stilista porta in passerella 24 creazioni colte e piene di citazioni

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La settimana del prét-à-porter femminile per la prossima estate comincia con una superba sfilata di alta moda nel giardino della Casa degli Atellani, il palazzo quattrocentesco donato da Ludovico il Moro al sestiere di Porta Vercellina. Siamo nel cuore segreto e meraviglioso della Milano rinascimentale, a due passi dal Cenacolo vinciano, sullo stesso fazzoletto di verde che ospita la vigna di Leonardo. Per fortuna in passerella ci sono 24 creazioni di atelier firmate da Lella Curiel che ha un pessimo carattere ma un'ottima cultura, una signora capace di distinguere tra Proust e Prost, tra l'opulenza di Klimt e l'incisivo tratto grafico del Secessionismo Viennese. Ecco quindi un'alta moda colta e piena di citazioni che vengono dal cuore e dal cervello non certo da un'accurata ricerca su Wikipedia. C'è un abito lungo in broccato oro e velluto decoupé multicolor come il mantello che sarebbe tanto piaciuto ad Adele Bloch-Bauer la ricchissima signora ebrea cui Klimt dedicò ben due ritratti. Uno dei questi rubato dai nazisti e custodito per anni dal governo austriaco, è stato recuperato dalla legittima erede con una rocambolesca causa internazionale magnificamente raccontata dal film The Woman in gold interpretato da Ellen Miller. C'è poi una piccola giacca da sera con ricamo originale di perline su tulle tessuto a mano negli anni Venti da Mariano Fortuny che lascia senza fiato per la sua delicata bellezza.

Ma il peso della storia svanisce sotto l'assoluta modernità di certe scelte stilistiche come il disegno animalier realizzato in PVC e pelliccia ecologica nera oppure il ricamo in pelle dorata sullo chiffon azzurro di un abito da sera. Bellissime le calze ricamate oltre ogni dire e divertente la scritta Curiellovesyou trasformata in logo ricamato all'interno dei capi reversibili oppure in cintura, collana o braccialetto in metallo dorato.

Insomma a Lella Curiel e alla sua adorabile figlia Gigliola detta Gil fa molto bene aver ceduto il controllo della società all'imprenditore cinese Mr Zhao per conservare e tramandare un savoir faire e una creatività rigorosamente made in Italy. Invece a Colmar, storico marchio di sportswear, fa più che bene il lancio del progetto A.G.E. Acronimo di Advanced Garments Exploration che letto tutto di fila fa Age, età. Si tratta del primo capitolo di una serie di collaborazioni eccellenti con giovani designer di fama internazionali. Il primo è Shayne Oliver, ex direttore artistico di Helmut Lang e gran maestro dello streetwear. Anche qui si tratta di un vero e proprio scontro o incontro culturale tra passato e futuro, tra quel che nel mondo della moda viene chiamato heritage e la modernità. Non per niente ieri sera si è svolta anche la prima sfilata di Luisa Spagnoli per festeggiare i 90 anni del brand e in questa povera fashion week milanese che a malapena dura cinque giorni si festeggerà anche il sessantesimo compleanno di Les Copains. Inoltre verrà celebrato il mezzo secolo di Etro con una grande mostra al Mudec e poi c'è la sfilata di Emporio Armani a Linate, la mostra FILA: tutti in fila allestita alla Triennale, una mostra fotografica di Sarah Moon all'Armani Silos e una su Azzedine Alaia a Palazzo Clerici.

Ci sono anche 60 sfilate, 80 presentazioni e 44 eventi tra cui la seconda edizione del cosiddetto Green Carpet. Manca la capacità di fare sistema che rende le altre fashion week lunghe e un po' più vivibili. Ma questa è l'Italia, il Paese più bello e più incasinato del mondo

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