Il mondo serra le file di fronte all'aggressione russa e nel contesto internazionale Vladimir Putin è sempre più solo. Ieri l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato con 141 voti a favore, cinque contrari e 35 astenuti la risoluzione di condanna dell'operazione militare russa in Ucraina. Si chiede alla Federazione russa «di ritirare immediatamente, completamente e incondizionatamente tutte le sue forze militari dal territorio ucraino all'interno dei suoi confini riconosciuti internazionalmente». Oltre alla Federazione russa, hanno votato contro soltanto Corea del Nord, Siria, Bielorussia ed Eritrea. La Cina si è astenuta. Un voto che segna una svolta storica rispetto alla capacità di esprimere unità di intenti da parte delle nazioni. Nel 2014 la condanna Onu per l'invasione della Crimea si fermò a 100 voti. Ieri l'obiettivo di Washington era quello di riuscire a superare quella soglia.
Un passaggio importante accolto con soddisfazione dal presidente ucraino Zelensky. «Accolgo con favore l'approvazione dell'Onu, con una maggioranza senza precedenti, di una risoluzione con un forte appello alla Federazione Russa a fermare immediatamente l'attacco infido all'Ucraina. Ringrazio tutti gli Stati che hanno votato a favore. Hanno scelto il lato giusto della storia - scrive su Twitter Zelensky- L'esito del voto dell'Onu mostra in modo convincente che si è formata e sta operando una coalizione globale anti-Putin. Il mondo è con noi».
Un passaggio importante ma che evidentemente non basta visto che l'aggressione continua in modo sempre più violento. Prima del voto nel suo intervento l'ambasciatrice Usa all'Onu Linda Thomas-Greenfield, aveva denunciato il «tradimento delle Nazioni Unite da parte della Russia» e l'ambasciatore ucraino all'Onu, Sergiy Kyslytsya, aveva lanciato l'accusa di «genocidio» contro Vladimir Putin paragonandolo ad Hitler. Putin, l'accusa dell'ambasciatore «vuole privare l'Ucraina del diritto stesso di esistere».
In serata l'intervento di Emmanuel Macron, presidente di turno del Consiglio Ue. Se da un lato il presidente francese ha condannato Putin per aver «scelto la guerra da solo e in modo deliberato, rinnegando i suoi impegni» dall'altro ha ribadito la volontà di «restare in contatto con Putin per impedire che il conflitto si allarghi». L'Eliseo è «al fianco del popolo russo che vuole la pace: non siamo in guerra con la Russia», ha insistito Macron che chiederà «il cessate il fuoco e corridoi umanitari per i rifugiati».
L'Europa intanto si mobilita per accogliere i profughi. La mossa concreta compiuta dalla Ue è quella di riconoscere in automatico lo status di rifugiato a tutti gli ucraini che attraverseranno i confini europei. Una scelta anche questa che non ha precedenti. Neppure di fronte all'esodo dei siriani. Verrà quindi garantita la protezione temporanea, permesso di soggiorno di un anno, estendibile a due, a tutti i cittadini ucraini che chiedono protezione in uno degli Stati membri. Eliminati quindi tutti i passaggi burocratici la Ue si prepara ad accogliere milioni di donne e bambini in fuga dalla guerra. Un piano di 1,7 miliardi di aiuti è stato varato dall'Onu. L'Unhcr, l'Agenzia Onu per i Rifugiati, ha attivato un portale di dati operativi sulla situazione della popolazione che si sta spostando dall' Ucraina.
Dal 24 febbraio, data di inizio del conflitto al 1 marzo, sono già 874.026 le persone accolte oltre il confine. La maggioranza in Polonia: oltre la metà, 453.982 persone. In Ungheria sono arrivati 116.348 rifugiati e in Moldavia 79.315.
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