Ora Alfano difende De Luca: "Candidabile ed eleggibile"

Pur di tenere in vita il governo, il leader di Ncd (che alle regionali sosteneva Caldoro) fa da sponda all'impresentabile

Ora Alfano difende De Luca: "Candidabile ed eleggibile"

Pur di tenere in vita il governo e conservare il cadreghino al Viminale, il ministro dell'Interno Angelino Alfano fa da sponda all'impresentabile Vincenzo De Luca. Peccato che alle regionali sostenesse il candidato del centrodestra Stefano Caldoro. "Vorrei chiarire che De Luca è risultato candidato ed eleggibile - spiega il leader di Ncd - la situazione in cui egli versa impedisce esclusivamente l’esercizio temporaneo delle funzioni pubbliche per un periodo di 18 mesi, eventualmente prorogabile fino a un massimo di 30". E, mentre Alfano fa quadrato attorno al neo governatore, il Pd torna ad attaccare Rosy Bindi accusandola di non aver rispettato le norme del codice di autoregolamentazione dei partiti.

Rispondendo a un question time di Sel sulla vicenda del neo governatore campano, Alfano mette in chiaro che gli elettori campani non torneranno alle urne per eleggere un nuovo presidente di Regione. "Questo - spiega il ministro dell'Interno - determinerebbe una lesione irreversibile anche del diritto soggettivo di De Luca, nei cui riguardi non sussiste allo stato una situazione di impedimento permanente". Inoltre, a detta di Alfano, "lo scioglimento del consiglio regionale è disciplinato dall’art.126 della Costituzione che ne prevede l’applicazione per atti contrari alla Costituzione, in caso di gravi violazioni della legge o per ragioni di sicurezza nazionale". Dunque la norma costituzionale non sarebbe "estendibile" al caso De Luca, sempre a detta di Alfano. "Diversamente - puntualizza, poi, il titolare del Viminale - la questione in esame, che non ha precedenti, mostra la necessità di conciliare la funzionalità degli organi legittimamente eletti con la doverosa applicazione, in quanto definita ex lege con la legge Severino, della sospensione del presidente della giunta".

Intanto il capogruppo piddì in Antimafia Franco Mirabelli si appresta a portare alla riunione plenaria della commissione convocata da Rosy Bindi un documento in cui si lamenta il mancato rispetto del complesso delle norme del codice di autoregolamentazione dei partiti nell’ambito della vicenda degli

"impresentabili". Il documento fa riferimento al mancato rispetto delle norme del codice relative alla previsione di una istruttoria preventiva necessaria per definire i requisiti richiesti ai singoli candidati.

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