"Ora basta tirare a campare". Un nuovo siluro affonda Conte

Il leader di Italia Viva bombarda il premier in vista del faccia a faccia: "Populismo applicato alla comunicazione. Noi siamo pronti a lasciare le nostre poltrone"

"Ora basta tirare a campare". Un nuovo siluro affonda Conte

"In questi giorni il racconto fatto dal Palazzo dice che 'quelli di Italia Viva' vogliono le poltrone. È il populismo applicato alla comunicazione. Ma è soprattutto una grande bugia". Inizia così la lettera scritta da Matteo Renzi al premier Giuseppe Conte, inviata nella giornata di ieri ma arrivata solamente a notte fonda. Una missiva partorita a poche ore dal faccia a faccia tra i due: alle ore 9 è previsto a Palazzo Chigi un colloquio tra il presidente del Consiglio e la delegazione di Italia Viva per completare il giro di incontri per la verifica di governo iniziata nei giorni scorsi. I renziani avevano fatto slittare il proprio appuntamento per un impegno europeo del ministro Teresa Bellanova, che l'ha costretto a disertare pure il vertice di ieri sulle misure anti-Covid in occasione delle festività di Natale.

Il leader di Iv si è rivolto all'avvocato con toni più morbidi rispetto alle recenti bordate che l'avevano spinto addirittura a minacciare una vera e propria crisi di governo. Comunque l'ultimatum resta lo stesso. "Teresa, Elena e Ivan sono pronti a dimettersi domani, se serve. Noi infatti non concepiamo la politica come occupazione di posti. Non tiriamo a campare, vogliamo cambiare. Non ci basta uno strapuntino, vogliamo la politica", dice riferendosi ai ministro Bellanova e Bonetti e al sottosegretario agli Esteri Scalfarotto. Il tono della lettera mira però a rilanciare due contenuti ben definiti: il sì al Mes e l'affidamento della delega sui servizi segreti a una persona che non sia lo stesso Conte.

Quel riferimento a Draghi...

Renzi ha ribadito nuovamente la totale contrarietà alla task force per la supervisione tecnica dell'attuazione dei progetti del Recovery Fund: si teme che i poteri conferiti ai sei supermanager possano sostituire i ministri ed esautorare le funzioni e il ruolo dello Stato. "Non si scambia una sessione del Parlamento con una diretta Facebook. Non si chiede al Consiglio dei ministri di approvare un documento condiviso all’ultimo momento. Perché questi duecento miliardi di euro sono l’ultima chance che abbiamo", ha tuonato il fondatore di Italia Viva. Che, guarda caso, ha riportato una citazione di Mario Draghi: "Il problema è peggiore di quello che appare e le autorità devono agire urgentemente".

Successivamente è arrivata la stoccata sulla gestione della seconda ondata, facendo leva soprattutto sull'elevato numero di morti che fa registrare un pessimo risultato per l'Italia: "Abbiamo il più alto numero di morti da Covid in Europa. È inutile continuare con la retorica del 'va tutto bene'". E ha difeso i cittadini italiani dopo le polemiche scoppiate per gli assembramenti sulle strade del nostro Paese a pochi giorni dal Natale: "Non dobbiamo colpevolizzare i cittadini che hanno seguito con disciplina le indicazioni del governo ma dobbiamo riflettere su che cosa non ha funzionato, a cominciare dal difficile rapporto Stato-Regioni".

Non ha fatto mancare un'aspra critica alle misure introdotte dall'esecutivo gialloverde, come il reddito di cittadinanza ("l’unico modo di combattere il debito è la crescita, non i sussidi") e Quota 100, che a suo giudizio fanno parte di quei tanti errori che oggi rappresentano una "pesante eredità per i conti pubblici".

"Ci hai sempre chiesto di essere trasparenti e di dire le cose alla luce del sole. Come vedi lo facciamo animati solo da un desiderio: che l’Italia torni a correre. Di questi argomenti vogliamo parlare e su questi temi siamo pronti a confrontarci", ha concluso Renzi.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica