"Ora rottamazione". Pressing della Lega per la pace fiscale

Le cartelle inesigibili valgono un miliardo Il governo: ora giù le tasse al ceto medio

"Ora rottamazione". Pressing della Lega per la pace fiscale
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Tra il fisco e i contribuenti si è rotto qualcosa, è ora di fare pulizia. «La pace fiscale passa dalla rottamazione delle cartelle», dice Matteo Salvini, che lancia la gazebata della Lega nel fine settimana. La premier Meloni fa un discorso più generale e giura, su Rai1: «Credo che la prossima priorità debba essere quella del ceto medio anche perché la nostra riforma fiscale prevede come obiettivo finale quello di abbassare le tasse a tutti». Tornando alle cartelle, negli ultimi 25 anni si sono accumulate 163 milioni di cartelle di 22,4 milioni di contribuenti. Parliamo di 1,267 miliardi di euro, di cui esigibili «subito» sarebbero circa il 6%. Altri 100 miliardi potrebbero essere «cartolarizzati», in tutto sarebbero 250 i miliardi che potrebbero essere incassati con un piano di rientro ragionato tra i sette e i dieci anni vantaggioso per tutti, Stato contribuenti e imprese, «poiché consente di recuperare somme altrimenti difficilmente esigibili», spiega il tributarista Gianluca Timpone.

Dal 18 marzo si può rientrare nella definizione agevolata prevista dalla rottamazione Quater. Si tratta di circa 600mila contribuenti che dovranno presentare domanda entro il 30 aprile 2025 e cominciare a versare entro luglio. Chi presenta la domanda si vedrà congelate tutte le azioni di recupero in corso. Ma perché finora il sistema Riscossione ha fallito? Prime rate troppo onerose (pari al 10% del debito totale), meccanismo di decadenza troppo severo (bastava una rata non pagata), azioni esecutive automatiche improduttive, gestione del magazzino insostenibile.

Rinunciare alla riscossione ordinaria per gli ultimi cinque anni, come vorrebbe la Lega potrebbe costare all'Erario oltre un miliardo, ha ricordato nei giorni scorsi il Sole24Ore. Parliamo di cartelle a carico di persone decedute o nullatenenti, senza beni immobili o mobili da aggredire sulle spalle, di società sparite, cessate o semplicemente fatte fallire, non prima di essere farcite di passività fiscali interessi, aggio e sanzioni. Il viceministro all'Economia Maurizio Leo, ha chiesto al gruppo di lavoro guidato da Roberto Benedetti come cancellare l'arretrato senza penalizzare (troppo) i conti.

E qui si innesta rottamazione Quinques firmata dai leghisti Alberto Gusmeroli e Massimiliano Romeo: debito smaltito in dieci anni e 8 rate rinviabili prima di perdere il beneficio. «Le incertezze a livello internazionale impongono di aiutare le imprese attraverso un riequilibrio finanziario e la rottamazione va in questa direzione», sottolinea il presidente del commercialisti milanesi Marcella Caradonna. «Se ci sono 22 milioni di cartelle, la maggioranza delle famiglie è sovraindebitata, la Quinques è la migliore soluzione possibile, per lo Stato e per i contribuenti», spiega al Giornale l'avvocato Claudio Defilippi, specializzato in sovraindebitamento. «L'opzione delle 120 rate aiuta a sanare la situazione fiscale in modo sostenibile, senza gravare sulla capacità di pagamento immediata dell'impresa», sottolinea ancora Timpone.

La maggioranza ha a disposizione un tesoretto da 1,6 miliardi da investire: o si riducono le aliquote o si cancellano le cartelle. «Irpef e rottamazione sono nel programma di governo», ricorda il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti.

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