Orgoglio azzurro: senza Fi il centrodestra non vince

Tajani: "Governiamo 15 regioni, nel 2017 solo 3". E Berlusconi non ha potuto stare tra la gente

Orgoglio azzurro: senza Fi il centrodestra non vince

Il governo è in minoranza nel Paese e il centrodestra, con una regione in più, arriva a 15 su 20. Per Forza Italia questo è il dato importante del voto regionale. Se il partito vede sconfitto il suo candidato-governatore in Campania, Stefano Caldoro, mentre la vittoria di Giovanni Toti in Liguria è quella di un transfuga dal partito e i risultati delle liste non sono entusiasmanti, ribadisce comunque: «Senza di noi il centrodestra non vince».

Lo dice, nei primi commenti su dati ancora non definitivi, il vicepresidente azzurro Antonio Tajani. «Forse le cose potevano andare meglio -ammette-, ma nel 2017 solo 3 regioni erano governate dal centrodestra e ora sono 15». Le vittorie di De Luca in Campania e di Emiliano in Puglia, per il numero due di Fi più che di partito sono personali, con liste civiche nate attorno al personaggio. Secondo il sondaggio di Tecnè la coalizione di opposizione raggiunge il 50% e Tajani sottolinea che quello degli azzurri è stato un apporto importante. Fi ha avuto un ruolo «decisivo», fa eco l'azzurro Lucio Malan.

Ma certo, commenta il dirigente di Fi Sestino Giacomoni, questa è stata una campagna elettorale «difficile, perché Silvio Berlusconi non è potuto scendere personalmente in campo a causa del Covid, anche se ha dato comunque il suo apporto». Lui, il Cavaliere, ancora non commenta i risultati del voto e da Arcore valuta equilibri e prospettive.

Quanto al governo, nessuno si aspettava che cadesse, dice il vicepresidente azzurro Tajani, ma ora più di prima «deve confrontarsi con l'opposizione, in particolare sui progetti e sulle riforme utili per l'Italia, soprattutto per le infrastrutture».

Il partito sul referendum non si è allineato agli alleati della coalizione, schierati a favore della riforma, ma ha lasciato libertà di coscienza e, dopo la decisa vittoria del Sì, Tajani spiega: «Era un voto dei cittadini, non dei partiti. Abbiamo lasciato libertà di voto perché è giusto che siano i cittadini a decidere».

La capogruppo azzurra alla Camera, Mariastella Gelmini, è tra quelli che hanno votato a favore del taglio dei parlamentari e per lei quella del referendum «non è una vittoria di Luigi Di Maio e del M5S», ma di tutti quelli che trasversalmente hanno confermato la riforma. Diversi azzurri, al contrario, si sono mobilitati contro il taglio dei parlamentari, come Simone Baldelli che ora commenta: «Davano il no tra il 5 e il 10%, siamo a oltre il 30%. Significa che milioni di italiani hanno detto no all'antipolitica di Di Maio e dei 5stelle».

Nel voto c'è anche un segnale per gli equilibri interni della coalizione, secondo l'azzurro Osvaldo Napoli ed è questo: «Il centrodestra trainato dalle forze populiste non vincerà mai le elezioni politiche. Se pensa di tornare a palazzo Chigi con Salvini candidato premier, allora non ha capito il significato del voto».

Impegnatasi in prima persona nella campagna elettorale in Puglia, Licia Ronzulli dice di essere «molto felice» per il risultato di Fi nella sua regione, tra i migliori ottenuti dal partito.

E il commissario azzurro toscano, Massimo Mallegni, malgrado la vittoria della sinistra nella roccaforte rossa, nota: «In Toscana a marzo Fi aveva un misero 1,8% e oggi ha moltiplicato quasi per 3 il proprio consenso». Per Antonio De Poli (Fi-Udc), «soffia più forte il vento centrodestra nel Paese ed e stata premiata una coalizione plurale».

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