Ostia, centrodestra-M5S divisi da 2mila voti: CasaPound ago della bilancia

Il M5S perde 20mila voti ma va ai ballottaggi. Sarà testa a testa tra la Di Pillo e la Picca. A decidere saranno i 6mila voti andati a CasaPound

Ostia, centrodestra-M5S divisi da 2mila voti: CasaPound ago della bilancia

Il Movimento 5 Stelle cala. Tengono le formazioni di centrodestra. La sinistra si camuffa dietro le liste civiche, ma il risultato non cambia: il Pd va molto male. E, infine, CasaPound: cresce come mai prima d'ora. È questa la fotografia delle elezioni a Ostia, Municipio del litorale capitolino sciolto nel 2015 per infiltrazioni masfiose e tornato alle urne dopo oltre due anni di commissariamento. Un voto che sancisce la fuga dell'elettorato grillino dopo i flop del sindaco Virginia Raggi e il balzo avanti del movimento di estrema destra che adesso vuole puntare a entrare in parlamento.

Il Movimento 5 Stelle è passato da 38.622 voti alle elezioni comunali dell'anno scorso ai 19.136 ottenuti ieri al primo turno delle elezioni per il Municipio X di Roma. Sono 6mila preferenze in più delle 13.167 ottenute nella tornata municipale del 2013 ma quasi 20mila in meno rispetto allo scorso anno. CasaPound, invece, è passata dai 1.750 voti incassati nel 2016 ai 4.862 ottenuti ieri. Ben 3mila preferenze in più. Le urne sono rimaste semi deserte: ha, infatti, votato appena il 36,5% degli elettori. Un crollo di venti punti percentuali rispetto alle comunali dello scorso anno.

Al ballottaggio arriva come più votata Giuliana Di Pillo dei Cinque Stelle. L'ex delegata al litorale della Raggi incassa il 30,21% e, fra due settimane, sfiderà Monica Picca (Fratelli d'Italia) che ha compattato il centrodestra portandolo al 26,68%. Le due sfidanti sono divise da meno di 2mila voti. Ecco allora che le alleanze potrebbero confermarsi decisive, anche considerando che al secondo turno l'affluenza è spesso inferiore al primo. Con questi numeri CasaPound, forte di quasi 6mila preferenze per il candidato Luca Marsella (9,08%), potrebbe diventare l'ago della bilancia. Perché il Movimento 5 stelle per sua natura non fa accordi con altre formazioni politiche mentre il centrodestra potrebbe avere uno spazio di manovra, tra gli elettori che al primo turno hanno scelto la formazione di estrema destra o qualcuno dei tanti candidati civici.

Il Pd continua a pagare dazio per la fine

traumatica dell'esperienza in Campidoglio di Ignazio Marino. E nel Municipio X racimola 8.686 voti (il 13,74%). È praticamente la stessa percentuale dello scorso anno ma in termini di voti ne mancano all'appello almeno 4mila.

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