Panico a Capri e Ischia. Le "perle" delle vacanze a rischio di nuovi focolai

Nell'isola della Piazzetta in ferie 8 romani: in 3 positivi al ritorno. Il sindaco: niente allarmi

Panico a Capri e Ischia. Le "perle" delle vacanze a rischio di nuovi focolai

È successo a Capri ma è esattamente il rischio (annunciato) che si corre in ogni piazzetta turistica, che sia «in» o meno, in ogni spiaggia e in ogni locale affollato.

Tre ragazzi romani hanno scoperto di essere positivi al Covid solo al termine della vacanza nell'isola campana, quando il danno era già stato fatto. Inutile dire che, durante pranzi, cene in riva al mare, passeggiate e serate nessuno di loro si era preso la briga di indossare la mascherina, dimenticata spesso e volentieri nella tasca dei bermuda, se non addirittura sul comodino. E figuriamoci il distanziamento sociale, questo sconosciuto in ogni località turistica. Una volta tornati a Roma, uno dei giovani ha accusato febbre e sintomi riconducibili all'infezione e sono scattati i controlli su tutti il gruppo di otto amici. Risultato: tre di loro sono risultati positivi ai tamponi. Resta da capire se i ragazzi sono arrivati a Capri già in fase di contagio o se hanno contratto il virus lì o in un'altra località balneare della Campania.

A lanciare l'allarme è la Asl romana che ha prontamente comunicato alla Asl Napoli, competente per il territorio di Capri, di aver riscontrato tre casi. Alcuni ragazzi del gruppo, tra l'altro, hanno anche pernottato in una località del Cilento dove sono già scattati tutti i controlli per interrompere l'eventuale catena di contagi. «La questione non è avere zero casi, ma riuscire a individuarli subito ed evitare che si moltiplichino - spiega il direttore generale della Asl Napoli 1 Centro, Ciro Verdoliva - I casi positivi devono essere seguiti da un'attenta indagine epidemiologica e, dove necessario, un tempestivo isolamento. Per questo le condotte individuali sono determinanti».

Cerca di tranquillizzare subito tutti il sindaco di Capri, Marino Lembo, ben consapevole che in gioco c'è una duplice partita: quella sanitaria e quella economica. Se dovesse circolare la notizia di un pericolo infezione nell'isola, gli effetti per alberghi e ristoranti sarebbero devastanti e la stagione salterebbe. «Il personale sanitario della Asl Napoli 1 ha comunicato che non vi è riscontro di alcuna criticità sul territorio caprese e che sull'isola non vi sono né casi positivi, né focolai» si affretta a chiarire.

Indagini epidemiologiche verso la conclusione anche in un'altra perla del Mediterraneo: Ischia. La paura è scattata qualche giorno fa, quando una donna è rientrata sull'isola dopo due settimane di vacanza a Livigno, in Lombardia, ospite del figlio e delle nuora. Qui ha contratto il virus e l'ha «trasportato» fino all'isola campana, altro paradiso delle vacanze (a rischio). Tuttavia l'allarme sembra contenuto: la donna ha avuto contatti solo con tre persone (nuora, nipote e figlia) e tutte sono risultate negative al test. Inoltre, dopo i primi sintomi, si è subito presentata all'ospedale limitando ulteriormente il rischio di contatti. Positiva però la sorella della donna già in isolamento. Preoccupa un po' di più il fronte veneto, dove il rischio è rappresentato dalle badanti di rientro, in particolar modo, dalla Romania.

I controlli sono obbligatori su tutte ma gestire la situazione non è semplice. Qualche giorno fa, il ministro della Sanità della Romania, Nelu Tataru, ha reso noto che più di 600 persone risultate positive al Covid-19 hanno «chiesto di tornare a casa» e hanno lasciato gli ospedali.

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